#IceBucketChallenge: quando il web diventa sinonimo di solidarie
I fuochi d'artificio devono ancora arrivare: all'appello mancano personalità come Barack Obama, Papa Francesco ed il Dalai Lama. E se ci fosse il colpo di scena da parte del russo Putin?
Sta spopolando da alcuni giorni l'iniziativa denominata #IceBucketChallenge da parte dell' ALS, l'associazione americana che si occupa della ricerca sulla Sla.
Per quei pochi che non sappiano cosa essa sia e non abbiamo mai visto un video su questo tema, spieghiamo che tale iniziativa serve a sensibilizzare (ed ovviamente a raccogliere fondi) per la Sla (sclerosi laterale amiotrofica). La persona del video (realizzato rigorosamente con lo smartphone) si rovescia addosso una secchiata d'acqua gelida, non prima però di aver sensibilizzato gli utenti a donare finanziamenti ed a informarsi su tale malattia. Il protagonista del video nomina a sua volta alcune persone che dovranno fare lo stesso, oppure sostituire la doccia gelata con una donazione all'associazione (o, ancora meglio, entrambe le cose).
I numeri sono impressionanti, con la campagna che è diventata virale in tutta il web (ed in generale in tutti media) con una gara di solidarietà che ha visto protagonisti i volti più noti del mondo dello spettacolo (e della politica, vedi il Premier Renzi). Gioco finito? Direi proprio di no, i fuochi d'artificio potrebbero ancora arrivare: Il Presidente Obama, Papa Francesco, il Dalai Lama, il Presidente dell'Onu Ban Ki-moon e, perché no, un clamoroso video da parte del Presidente Russo Vladimir Putin, sono solo un esempio delle massime autorità che potrebbero, per la loro importanza mondiale, dare un'ulteriore spinta alla raccolta fondi, che sta proseguendo a ritmi vertiginosi, basti pensare che ad oggi sono stati raccolti 31,5 milioni di dollari (l'anno scorso non si era neppure arrivati a 2, questo per far capire.
Negli Usa la raccolta sta andando a gonfie vele, proprio perché sia i volti noti sia soprattutto gli utenti dei social hanno capito l'importanza di tale campagna ed il motivo che spinge a realizzare i video.
Leggendo numerosi commenti da parte di utenti italiani sui social network nei giorni precedenti, anche se ora fortuitamente sembra che l'andamento stia cambiando, si può constatare come essi deridano chi realizza questi video senza capire il motivo che c'è alla base, con commenti spesso offensivi e fuori luogo. Ecco, il tempo che uno impiega per scrivere certe stupidaggini potrebbe essere impiegato per una breve ricerca su google e si scoprirebbe ben presto tutto: probabilmente secca farlo, troppa fatica.
In conclusione ben vengano campagne virali 2.0 educative e di solidarietà come queste che portino all'attenzione questioni importanti (e che potrebbero in futuro riguardare tutti noi).
Fare solidarietà dando soldi alla ricerca è un investimento per il futuro: senza fondi essa non può svolgere il suo compito di studio di cure per le malattie, con tutti i risultati positivi dei ricercatori che poi ricadranno su tutti noi. Dunque doniamo, ne beneficeremo noi, ne beneficerà la società.