Sradicati i ponti in val Rosandra, la responsabilità della "pulizia" del 2012
Vorrei spendere due righe, dopo aver letto le ultime notizie su quanto successo pochi giorni or sono in Val Rosandra ad opera dell’omonimo torrente, per ringraziare nuovamente l’allora Protezione Civile, i responsabili comunali preposti e l’assessore regionale competente per aver contribuito a tale avvenimento.
Senza impedimenti naturali ha trascinato via i ponti
Come descritto dall’articolo pubblicato, proprio l’aver eseguito così minuziosamente il disboscamento (lo definirei lo scempio) di moltissimi alberi che secondo loro avrebbero potuto causare in un futuro chissà quale esondazione, ha ora esattamente contribuito a scatenarne l’evento in quanto le abbondanti piogge hanno ingrossato il torrente e questo, non avendo più nessun ostacolo (gli alberi avrebbero sicuramente rallentato la sua corsa) se l’è presa con gli unici impedimenti non naturali che ha trovato e cioè i ponti in legno, strappandoli dalle strutture e trascinandoli via fortunatamente senza creare ulteriori danni. Anche questa fortuna hanno avuto.
Nessuno parla più
Ora da quanto riportato, anzi non riportato per niente dai media locali, sembra che tutto sia ancora nel limbo in quanto non mi sembra che per quello scempio fatto ormai anni or sono nessuno abbia ancora pagato. Sarebbe bello se, dopo i danni arrecati ultimamente, s’incominciasse a riparlare di questa incresciosa vicenda e almeno a porne rimedio in quanto, se nella società in cui viviamo non si è in grado di chiudere la vicenda e far pagare chi ne è stata la causa, almeno che le autorità competenti si diano da fare per mettere in sicurezza i due ponti sradicati e, magari, vedere quali accorgimenti a questo punto si potrebbero fare affinché un’altra eventuale piena questa volta sì possa far esondare il torrente e portare gravi danni sia all’eco sistema locale, ma anche ad abitazioni civili e a persone, ricordando che in altri siti italiani proprio nel 2018 si sono verificati avvenimenti simili che hanno causato anche vittime.
Fabricci Paolo