Lettera rianimatori a Fedriga: le considerazioni del sindacato
Alcune considerazioni dopo la lettera del collega Alberto Peratoner il quale sostiene assieme a moti altri colleghi medici ed infermieri il peso di un anno e più di lavoro sotto uno stress devastante, ferie bloccate e straordinari non pagati. A questi colleghi deve andare tutta la riconoscenza della nostra comunità. “La responsabilità, non lo si dimentichi mai, sta invece in anni di blocco del turn over e nell’assenza totale di programmazione dei fabbisogni reali di Specialisti – e quindi di Specializzandi – in Anestesia e Rianimazione, che oggi rende difficile se non impossibile colmarne la carenza in tempi brevi, anche a fronte di concorsi che in alcuni casi vanno deserti”. Sono parole di Alessandro Vergallo presidente AAROI non di ieri ma di due anni fa in tempi in cui il covid era una parola senza significato.
In 32 anni di professione ospedaliera non c’è stato un giorno nel quale non abbia sentito la frase mancano anestesisti. Di questo è senz’altro responsabile la programmazione politica sbagliata come lo è nei confronti della carenza di infermieri e di quasi tutte le specialità mediche. Se c’è una lezione che dobbiamo trarre dalla catastrofe che stiamo vivendo oggi è che occorre mettere immediatamente mano alla programmazione dei numeri delle professioni sanitarie dai medici agli infermieri ai tecnici. Inutile oggi cercare capri espiatori e prendersela con le amministrazioni attuali se gli specialisti non ci sono. Abbiamo commesso lo stesso errore dell’Inghilterra nel sottovalutare la riduzione del numero di medici, solo che loro avevano il Commonwealth con una miriade di colleghi indiani e pachistani che hanno colmato i vuoti lasciati dai medici inglesi. Noi non siamo in questa situazione e non abbiamo un sistema sanitario con attrattive economiche tali da determinare un afflusso di medici dall’estero. Dobbiamo arrangiarci e per farlo non c’è che un modo, aumentare i posti nelle facoltà di medicina e soprattutto nelle specializzazioni, programmare le sostituzioni dei pensionati con largo anticipo, evitare i blocchi del turnover in ambito sanitario. E occorre farlo subito".
"Per addestrare uno specialista servono 10, 11 anni. In questi mesi non un politico nazionale ha fatto una proposta concreta in tal senso. E’ evidente che se mancano i professionisti l’emergenza impone di chiedere a chi si occupa normalmente di altro di entrare in gioco e qui forse si poteva fare di più prevedendo già da subito dei percorsi di addestramento, non tanto nei reparti intensivi dove occorrono tempi molto più lunghi, ma in quelli che si occupano dei pazienti positivi meno gravi. L’enorme diffusione del virus in FVG in questa ondata è un dato oggettivo, incontestabile ma quali sono le cause? Affermare genericamente che la colpa è della gestione della sanità regionale senza dire nel concreto perché e soprattutto senza proporre soluzioni non mi sembra credibile. Non abbiamo certezze in questo senso, la Sardegna che fino a qualche settimana fa era additata come esempio virtuoso ed era addirittura in zona bianca si appresta ad entrare in quella rossa. È colpa del sistema sanitario regionale sardo? Ma come fino a 1 mese prima aveva evitato il peggio adesso cosa è cambiato? E la tragedia della Lombardia dello scorso anno? Qualcuno ha dato spiegazioni certe? Inquinamento, partite di calcio, aziende che hanno continuato a lavorare, di tutto un po' ma certezze? Nessuna".
"Il lockdown dello scorso anno aveva funzionato perchè era veramente tutto chiuso. Oggi parliamo di zona rossa, con attività lavorative e le scuole che sono rimaste aperte, il ping pong delle aperture e riaperture a singhiozzo è servito a non affossare del tutto l’economia ma dal punto divista sanitario è stato devastante. Condividiamo il riferimento all’inconsistenza della sanità territoriale, se il sistema è come sottolinea il collega ospedale centrico è perché evidentemente il sistema ospedaliero è governabile quello territoriale molto meno, giusto il riferimento al fatto che la campagna vaccinale è possibile grazie all’apporto di moltissimi medici del SSR i quali affrontano le criticità del lavoro in ospedale e trovano tempo e voglia di fare un altro mestiere. Ma questa è una partita che si gioca al livello nazionale. La sospensione dell’attività chirurgica che creerà liste d’attesa chilometriche, non si poteva fare altrimenti. È vero. Così è stato fatto in tutta Europa. Infine ci associamo all’accorata richiesta del collega che chiede un maggiore ascolto delle parti sindacali, nell’assoluta convinzione che le nostre intenzioni non sono quelle di esprimere proteste fini a se stesse ma di porre i problemi di chi vive sul campo e se possibile trovarne soluzione". Il Segretario Generale Regionale UIL FPL FVG Il Segretario Regionale UIL FPL FVG MEDICI Luciano Bressan Stefano Vita