Prospettive di guerra allo Spazio Altrove: mostra riuscita, tanta partecipazione e curiosità
Ben riuscita "Perspective on war", la mostra realizzata con il patrocinio della Regione FVG e allestita dall'associazione di promozione culturale udinese IoDeposito presso lo Spazio Altrove di San Giusto, dal 17 al 31 marzo.
L'esposizione è parte della rassegna B#SIDE WAR, volta a sensibilizzare le generazioni contemporanee rispetto agli avvenimenti della prima guerra mondiale e a stimolare una riflessione circa l'entità dell'eredità culturale con cui oggi siamo chiamati a confrontarci.
"Siamo una ventina di ragazzi, tra giovani artisti, studenti e pubblicisti - spiega Giovanna, classe '94, studentessa di cinema e collaboratrice di IoDeposito - l'obiettivo della mostra è ricordare la Grande Guerra certamente da un punto di vista storico, ma soprattutto sotto l'aspetto emotivo".
L'insieme delle opere esposte, fotografie, acquerelli, installazioni audiovisive, è quindi caratterizzato da un messaggio ben preciso così riassumibile: "Dietro a ogni soldato c'è un uomo".
Nell'intento di rappresentare la guerra dal punto di vista del soldato, un ruolo importante è rivestito dal rapporto tra percezione sensoriale, in particolare visiva, e reazione emotiva.
"Le visuali ristrette, gli ambienti occludenti e l'assenza di prospettive visuali e spazi campali aperti sono strettamente collegati alla condizione di alienazione che la guerra induce in chi la vive: pensiamo alle trincee della prima guerra mondiale…" continua Giovanna mentre facciamo un giro tra le opere degli artisti chiamati a esporre secondo un iter consolidato di collaborazione e stima reciproca: "Il contatto è semplice, noi chiediamo la disponibilità a esporre le opere e quasi sempre non ci sono impedimenti. Se è necessario diamo loro un compenso simbolico o un rimborso".
Andranik Aroutinian, Zemir Velatovac, Mattia Cesaria, Gordon Beltray, Denis Van Baren, Marco Dalbosco, la friulana Elena Rucli, tutti artisti contemporanei e indipendenti, chiamati in causa al termine di un lungo e mirato percorso di autoformazione interno all'associazione.
Percorso partito dallo studio di numerosi diari di guerra, tra cui le memorie di Emilio Lussu, Giani Stuparich e Scipio Slataper; lo scopo è di inserire le opere nel contesto di un discorso organico e coerente con il messaggio individuato negli scritti memoriali: la percezione da parte del soldato di un inganno , a livello prima prospettico e in seguito psicologico, perché "un uomo immerso nella nebbia, chiuso in un'uniforme, affamato e deperito si percepisce bloccato, in una dimensione senza tempo e senza prospettiva, né fisica né storica"
Evidente il richiamo alla situazione odierna, all'alienante propaganda del sedicente stato islamico e al processo di abiura individuale che caratterizza i cosiddetti foreign fighters; in quest'ottica la rassegna va vista come opera di destrutturazione delle suggestioni e delle promesse che la guerra può indurre in ognuno di noi: "Bisogna andare oltre i luoghi comuni che la propaganda bellica diffonde, e analizzare attentamente il peso della propria individualità e delle proprie scelte e prese di posizione, oggi come un secolo fa" chiosa la studentessa.
Una buona partecipazione, molta curiosità e un proficuo dialogo con gli organizzatori: ecco cosa sono state le due settimane di "Perspective on war", tappa triestina del percorso che in agenda ha numerosi altri appuntamenti - tra gli altri Gorizia, Ronchi, Basovizza, Casarsa, Villa Manin - per continuare a riflettere su temi che, vista la fase storica, siamo ben lontani dal poterci permettere di accantonare.