Un pensiero a 51 anni fa , quando un'opera sbagliata , una frana travolse ed uccise 1917 vite . R I P
Fonte internet
Il 9 ottobre viene commemorata la frana che mezzo secolo fa ha sconvolto il comune di Erto e Casso, la valle di Longarone e l'Italia intera
Giovedì ricorre il 51esimo anniversario del disastro del Vajont, una delle tragedie più grandi e sentite della storia d'Italia. Il 9 ottobre del 1963 alle ore 22.39 un'enorme frana staccatasi dal Monte Toc si riversò nel bacino artificiale della SADE adiacente alla diga, sollevando un'onda devastatrice che causò la morte di 1.917 persone nella valle di Longarone e di Erto e Casso. A più di mezzo secolo di distanza, l'Italia piange ancora. "Per la prima volta l'aspetto civile e religioso si uniranno in un'unica cerimonia nel luogo-simbolo della tragedia con l'obiettivo di avvicinare ancora di più i giovani". Così il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, sulla scelta di commemorare alle 15 di giovedì il 51esimo anniversario del disastro del Vajont presso il cimitero di Fortogna.
Disastro del Vajont: È un tranquillo mercoledì autunnale a Longarone, piccolo centro della valle del Vajont (nel bellunese), con tutti gli abitanti raccolti nelle case e nei bar davanti alla TV, per il match di Coppa dei Campioni tra il grande Real Madrid di Puskas e Di Stefano e gli scozzesi dei Glasgow Rangers.
Passate le 22 succede qualcosa 200 metri più su che mette in allarme il guardiano della diga: un pezzo del Monte Toc sta franando, ma nessuna comunicazione arriva a valle. Le lancette segnano un quarto alle 23 e un sordo boato scuote la tranquillità delle popolazioni locali. In pochi attimi una fiumana di fango e detriti si abbatte sui centri abitati di Longarone, Erto e Casso cancellandoli e trascinando corpi e cose per decine di metri.
Duemila le vittime di quella che nei giorni successivi si profilerà come una tragedia annunciata, fatta di dati occultati, perizie abbandonate nei cassetti, voci e denunce di giornalisti e cittadini colpevolmente ignorate.
La diga costruita alla fine degli anni Cinquanta dalla SADE, uno dei colossi elettrici più potenti e influenti dell'epoca, si era rivelata un progetto folle fin dai rilievi effettuati prima dell'inizio dei lavori. Tuttavia che quel terreno fosse franoso i contadini della valle lo sapevano da sempre.
Emblematico il caso di una perizia in cui veniva simulato l'effetto di una frana sulla diga: non era mai arrivata al Ministero dei Lavori Pubblici e l'autore, Lorenzo Rizzato dell'istituto d'idraulica di Padova, la recupererà dal cassetto il giorno dopo la tragedia, consegnandola alla stampa.
Il processo farà emergere la triste verità di omissioni e complicità tra impresa, funzionari pubblici e periti, concludendosi con la condanna a 21 anni di galera per tutti gli imputati (uno si suiciderà prima del verdetto). Alla tragedia saranno dedicati due film nel 1997 e nel 2001.
Fonte internet
Claudio . Visintin .