Turismo degli animali: l'impatto del Wildlife Tourist Attractions secondo gli esperti
Una grossa fetta del turismo globale è rappresentato dal cosiddetto turismo degli animali: una pratica molto diffusa dove diverse specie vengono impiegate come attrazione turistica nei WTA. Ma che impatto hanno le WTA sul benessere di questi ultimi?
Oggi parliamo di una delle facce del turismo che forse non conosciamo a fondo: sapevate che il 20-40% del turismo globale è rappresentato dal cosiddetto “Turismo degli animali”? Una pratica molto diffusa in tutto il globo, dove diverse specie animali vengono impiegate come attrazione turistica nei WTA (Wildlife Tourist Attractions). Ed è così che gli animali diventano delle vere e proprie attrazioni turistiche, dove il sogno dei turisti e in generale dell'uomo è quello di poter interagire con un animale selvatico e scattare una foto ricordo senza pensare o soffermarsi alle conseguenze che questo settore comporta.
Il turismo degli animali
Oggi è infatti possibile salire sugli elefanti in Thailandia, scattare una foto con un leone, nuotare accanto ai fenicotteri rosa, ma come si legge sul web, ciò che principalmente caratterizza questo settore turistico è la generale disinformazione del turista, insomma, un turista forse ignaro o poco consapevole. Basta organizzarsi per fare queste esperienze sicuramente interessanti ma forse crudeli, è possibile infatti acquistare biglietti ed entrare in strutture dove il cliente crede che il benessere degli animali possa essere maggiore all’interno di parchi dove possibilmente questi ultimi ricevono le attenzioni e tutte le cure necessarie. Sarà veramente così?
Cosa dicono le ricerche
Studi del 2015 effettuati dalla Oxford Wildlife Conservation Research Unit hanno testimoniato che numerosi turisti si siano resi conto solo dopo aver provato un'esperienza del genere della crudeltà di queste attrazioni. Lo studio ha analizzato l’impatto delle WTA sul benessere degli animali. Di particolare rilevanza risulta la consultazione delle recensioni di TripAdvisor sul tema, che evidenziano come i turisti si siano accorti della sofferenza degli animali costretti a certi tipi di pratiche. Al contrario, altri esternano la loro soddisfazione riguardo all’esperienza vissuta senza curarsi delle conseguenze.
Il turismo degli animali, tuttavia, non è destinato a estinguersi. Dunque, il giusto compromesso è quello di creare un turismo nel quale sia l’animale ad avvicinarsi di sua spontanea volontà. A questi propositi e come si legge su ecobnb.it, sono nati dei nuovi centri conosciuti come Santuari. Questi ultimi si occupano del recupero e riabilitazione degli animali selvatici per poi consentire un naturale reinserimento all’interno del loro habitat. In queste oasi naturali gli animali sono controllati ma anche liberi, e il turista può osservarli e studiarli nel loro vero essere.