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A Parola data: " Nuove Sicurezze, Vecchie Paure"

"Abbiamo superato l'emergenza, ci siamo allontanati dal baratro, adesso vediamo di rilanciare l'economia di questo paese" così Mario Monti presidente del Consiglio dei ministri a commento  dell'approvazione del suo decreto di rilancio...

"Abbiamo superato l'emergenza, ci siamo allontanati dal baratro, adesso vediamo di rilanciare l'economia di questo paese" così Mario
Monti presidente del Consiglio dei ministri a commento dell'approvazione del suo decreto di rilancio dell'economia italiana.
Voglio pensare che abbia avuto lo spesso pensiero all'appena avvenuta sottoscrizione del presidente del Consiglio europeo, il danese Herman
Van Rompuy, del trattato intervenuto tra i paesi partecipanti all'avventura europea, ovvero il fondo salva stati per 500 miliardi di
euro.

Se anche i numeri possono essere simboli - più o meno rassicuranti - 1.000 miliardi sarebbero di certo piaciuti di più a tutti perché la
cifra forse più di altre rappresenta il tanto e il di più.
Tanto per cambiare 500 miliardi è l'importo che aggradava la Germania, ovvero la signora Merkel, a livello di mediazione con tutti gli altri partners fin da quattro o cinque vertici europei fa tra i capi di governo con annessi ministri del bilancio e dell'economia.

E' un numero che dice molto in verità.
Mille poteva significare che con quell'importo ci si preparava a salvare non solo la povera Grecia, che solo lei sa di cosa vive e di quanto produce, ma anche altre economie, ovvero stati - quando la politica va a coincidere con l'economia - ben più robuste.

Irlanda e Portogallo già si sa che sono i prossimi destinatari di tali
aiuti.
Sulla Spagna si vocifera qualcosina dato che il nuovo governo molto ha annunciato, ma ben poco ha fatto finora.
L'Italia, che le molte male voci fino a due mesi fa volevano morta e sepolta sembra abbia vissuto una vera e propria blitz-krieg (tr.
guerra lampo - tanto per abituarci al tedesco della signora Merkel) per quanto ha realizzato Mario Monti in queste settimane rispetto a quanto ci è stato proposto o forse ordinato a livello europeo.

Proprio oggi lo spread famigerato tra i titoli italiani e quelli tedeschi è giunto a 378 - "ancora 100 punti e siamo salvi" così si diceva in giornata alla Borsa di Milano - segno questo che non ci sono per noi indicazioni di recesso o di fallimento (che è la traduzione di default); anche questo è un numero che sa di speranza.

Resta il fatto che l'economia europea è in piena recessione con buona esclusione solo per la Germania e pochi altri stati del nord Europa,
ma, per il resto del continente il timore di non arrivare a fine mese è un dato generale basta vedere i dati della disoccupazione medi o
specifici.
I consumi calano e i soldi non girano, questa sembra essere l'unica regola imperante.

Eppure una delle poche novità emergenti nel panorama europeo pare essere proprio l'Italia, il paese dal quale passa il futuro dell'euro:
un po' come dire che se non ci crediamo noi salta tutta l'impostazione strutturale che trecento milioni di cittadini europei si sono dati nel corso di questi - almeno - dieci anni.
Qualunque sia la visione che ognuno di noi possa avere, o avere avuto, dell'Unione europea, quello che appare oggi è che un capo di governo alla Mario Monti, tecnico dalla testa ai piedi, è l'uomo che riesce a dar corso a impegni e realizzazioni purché creda alle virtù magiche delle limitazioni alla
sovranità nazionale in campo economico. Uno che non deve tener conto del consenso popolare insomma.

Restano però aperti almeno due interrogativi.
Se è certo che per troppi anni le svariate maggioranze che si sono succedute al governo nazionale hanno saputo darci il quarto debito mondiale confidando eccessivamente nelle capacità di sviluppo nazionale (il PIL), fino a che punto si potranno spremere i
contribuenti italiani?
E quando si vedranno misure concrete contro gli evasori, i non contribuenti italiani, al di là degli annunci e delle sfilate di finanzieri in località turistiche o in zone di alto pregio?

La verità è che anche con il fondo salva stati non ci sono salvatori, ma stati che si salvano da soli.

Simone Momianesi

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