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A Parola data: "Grillini e Grilletti "

"Io auspico che vi scongeliate da questa posizione di incomunicabilità che avete assunto", frase peraltro ripetuta più volte da Enrico Letta a Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo al Senato e alla Camera del Movimento 5 Stelle, durante...

"Io auspico che vi scongeliate da questa posizione di incomunicabilità che avete assunto", frase peraltro ripetuta più volte da Enrico Letta a Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo al Senato e alla Camera del Movimento 5 Stelle, durante l'incontro in streaming su varie reti televisive e che è servito tanto per capire l'abissale differenza culturale tra le parti contrapposte quanto che i grillini avrebbero anche voluto dare l'appoggio al Governo nascente, sempre che gli aderenti al movimento avessero dato il benestare.
Quando aderenti sta per Beppe Grillo. Il giorno 28 aprile il Governo delle larghe intese, formatosi per i troppi"no" detti dai grillini al PD nasce con la sparatoria di piazza Colonna, quando un povero disperato, consumato da vicende personali e dalla febbre da viedeopoker ferisce a colpi di pistola con matricola abrasa due carabinieri e una signora incinta.
E una sparatoria non solo non è mai ben augurante, ma provoca sempre interrogativi.
Perché? Chi è dietro a quel tale? Chi voleva colpire?

L'azione risulta fin da subito per il gesto insano di un pover'uomo, ma gli sguardi si portano inevitabilmente su colui che negli ultimi mesi ha sbraitato parole roventi, per 77 volte, nelle piazze di tutta Italia.
"Arrendetevi, siete circondati", "siamo in guerra", "colpo di stato", "se falliamo noi, violenza in strada", "siete morti, morti che camminano", "aprirò il parlamento come un apriscatole" tanto per citare solo qualcuna delle più blasonate espressioni di Beppe Grillo.

Ora, che l'ironia si nutra di giri di parole e di metafore è fuori di ogni dubbio.
Non così la comicità che invece si fonda sulla rappresentazione esatta dei fatti solo riportati in maniera ridicola.
E se queste sono le sue espressioni, di certo non sono quelle di un comico, bensì di un "tragico".
Tragico perché poi c'è in giro gente stanca e stufa e magari anche provata per gli strani fatti della vita che ognuno, malauguratamente, può provare.
Gente che può anche sentirsi autorizzata a scendere in strada e a sparare contro il primo che trova se si sente tutelata dall'alto.
In una comunità - concetto tante volte evocato da Beppe Grillo - di 60 milioni di abitanti, poter pensare che non vi sia neanche una manciata di scalmanati pronti a tutto è pura utopia.

Grillo, bisogna riconoscerlo, ha biascicato sulla sua Tv su internet parole impastate di rammarico per quanto è accaduto affermando "siamo contrari a ogni forma di violenza", ma forse non basta visto che sulle reti dei social networks più di qualcuno ha fatto riferimento a "gli spari sopra" di Vasco Rossi che di Tangentopoli fu una specie di colonna sonora.
Vada per la musica, libera espressione artistica, ma il buon vecchio Vasco merita di essere ricordato per altro.

Grillo, nel descrivere la situazione politica ed economica italiana, ha anche più volte detto "ormai è tardi per assumere qualche misura correttiva".
Vero o no che sia, l'affermazione merita trovi riscontri concreti nell'azione di intervento che il Governo presieduto da Enrico Letta intende svolgere.
A palazzo c'è una grande coalizione con dei compiti robusti e a termine: verrà giudicata alle prossime elezioni politiche per quanto e per come saprà fare.
Una grossa coalizione che si merita certamente una strenua opposizione: democratica però.
Fuori, in piazza, se qualcuno scende armato non si può far finta di niente dopo che per mesi e mesi si è urlato ogni possibile insulto verso il prossimo.

Oramai è tardi, caro Grillo - più urlante che parlante -, specialmente per lavarsi le mani.

Simone Momianesi

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