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A Parola data: "Implosione del Sistema ? "

Domenica 18 settembre, Riva degli Schiavoni, Venezia.Un cielo plumbeo appena marcato da timidi raggi di sole che contribuiscono a mantenere alta la temperatura di un’estate rovente da ogni punto di vista. Lo scenario ideale per il raduno 2011 dei...

Domenica 18 settembre, Riva degli Schiavoni, Venezia.
Un cielo plumbeo appena marcato da timidi raggi di sole che contribuiscono a mantenere alta la temperatura di un'estate rovente da ogni punto di vista. Lo scenario ideale per il raduno 2011 dei Popoli padani, manifestazione annuale della Lega Nord che serve per affermare ai quattro venti il senso di un'azione politica e la ragione della propria esistenza.
Parole più esplicite non se ne potevano sentire.
Umberto Bossi: "Più l'Italia va giù, più la Padania va su. Vogliamo per i nostri popoli la libertà. La strada per la secessione sarà quella democratica del referendum".
Roberto Maroni: "Siamo costretti a sopportare e a lottare a denti stretti, ma questo governo ci serve per realizzare i nostri obiettivi e andrà avanti fino a quando lo vorrà Umberto Bossi".
Sembra di poter dire che è stata una giornata all'insegna della chiarezza.
Si è capito benissimo l'ultimatum: il governo guidato da Silvio Berlusconi starà in piedi fino a non si stuferà la Lega Nord.
Forti più che mai sono stati i richiami alla secessione, argomento che sembrava essere stato messo in soffitta non si sa se per sempre. Il tema è caldo e pare non essere strumentale in un gioco al braccio di ferro con il PDL per ottenere qualcosa di più in vista di una strutturazione federalista dello stato italiano. I malumori sono emersi tutti quando un verbo molto caro al popolo leghista quello del "la Padania è la realtà industriale più forte d'Europa e tiene in piedi l'Italia" è stato detto e ribadito trovando come ampia risposta ripetuti boati di supporto da parte dei numerosissimi intervenuti.
Ricordiamo anche che la manifestazione è stata preceduta da cortei di protesta e tafferugli da parte di manifestanti dei cosiddetti centri sociali, gli extraparlamentari dell'estrema sinistra. Non per niente l'occasione è stata sublime per il ministro dell'Interno Maroni per ringraziare a gran voce Polizia e Carabinieri per il loro impegno democratico e per la professionalità ancora una volta dimostrati per mantenere l'ordine.
E in casa PDL?
Grande imbarazzo per le vicende morali e giudiziarie di Silvio Berlusconi.
Da Cortina d'Ampezzo dove i vertici del PDL si sono riuniti per una riunione programmatica è giunto per bocca del segretario Angelino Alfano tutto il sostegno del partito al premier "contro la visione di chi non vuole processare un uomo, ma 18 anni di storia".
Ma si riesce ancora a far quadrato attorno al presidente?
I malumori all'interno del PDL sono enormi e crescenti, i distinguo non mancano; a casa nostra lo stesso governatore Renzo Tondo ha auspicato un governo di larghe intese.
Casa PD?
Richiesta di dimissioni immediate per Silvio Berlusconi, governo di larghe intese che affronti la crisi economica e la revisione della legge elettorale e poi tutti al voto e grandi manovre nel centrosinistra con la probabile riedizione di un nuovo ulivo. E un grande imbarazzo, anche qui, per la vicenda Penati e del gran giro di soldi che sarebbe circolato all'insaputa dei vertici del partito, Pier Luigi Bersani in primis.
In ambo i partiti, per la cosiddetta base - quelli che si chiamano elettori e che tengono su tutto quanto (la baracca) - di malumori non ne mancano insomma. Malumori come se piovesse, mai una gioia.
Come andranno le cose?
Non si sa, vedremo. Ogni giorno ne emerge una peggiore di quella del giorno precedente.
L'immagine dell'Italia di certo è retta dalla qualità dei nostri prodotti indistriali e dalla professionalità delle nostre Forze armate in missione all'estero. Il che non è poco, anzi, se confrontato con lo spettacolo sconfortante dato dalla politica italiana con la sfiducia e l'apatia della gente che crescono.
Dovesse crollare qualche pilastro della politica italiana - che regge con la sua azione politica l'unità d'Italia - le parole di Bossi e Maroni troveranno buon fine.
Si chiama implosione.


Simone Momianesi


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