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A Parola data: "Tasse Elettorali "

"Questo Governo ha messo sotto controllo i conti pubblici; affermo tranquillamente che la situazione è sotto controllo. A questo punto, senza voler dissipare i sacrifici fatti dagli italiani, possiamo ipotizzare una graduale riduzione del peso...

"Questo Governo ha messo sotto controllo i conti pubblici; affermo tranquillamente che la situazione è sotto controllo.
A questo punto, senza voler dissipare i sacrifici fatti dagli italiani, possiamo ipotizzare una graduale riduzione del peso fiscale per dare corso a dinamiche di sviluppo dell'economia".
Tradotto: se eletto vi prometto che abbasserò le tasse.
Così parlò Mario Monti ormai lanciatissimo in una campagna elettorale convinto di essere lui l'ago della bilancia della politica nazionale e il prossimo riconfermato Presidente del Consiglio dei Ministri. In qualche modo, in politica ci potranno anche essere dei volti nuovi, ma slogan e ricette sembrano essere tutti uguali.

Che i conti pubblici avessero raggiunto un livello anemico era abbastanza evidente un buon anno fa altrimenti la Banca Centrale Europea, sua sponte o sotto la guida di una qualche manina italica - in proposito si è sempre fatto il nome di Mario Draghi quale ispiratore di politiche di revisione profonda del bilancio statale - era abbastanza evidente, ma oggi a ognuno di noi pare che siamo giunti all'asfissia.

Le associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani sono in rivolta: si vedano in proposito le notizie sul recente incontro organizzato all'hotel Savoia dalle associazioni di categoria, con segnali evidenti di malessere delle categorie economiche di base.

La gente non ce la fa più a star dietro alle bollette da pagare e non c'è voglia né tempo per andare a scialare gli odiati euro in trattoria con gli amici o per fare piccoli lavori in casa.
L'economia non tira, il soldo non gira.

La causa?
La pressione fiscale ormai giunta a livelli insostenibili e politiche inflative non sono previste.
Per cui tutti chiusi in casa, senza più dar corso a sviluppi nella socialità, nell'incontro tra le persone: poveri ed abbruttiti.

In ogni caso la bacchetta magica sembra essere proprio quella della contenimento della spesa pubblica accompagnata da politiche di riduzione delle imposte.

Nessuno però pare crederci, a iniziare dagli almeno sulla carta attuali (cioè fino al termine della campagna elettorale) alleati di Monti.

Nel PD si è levata la sbeffante ironia di Massimo D'Alema il quale non ha mancato di ricordare come "in campagna elettorale si ricordano tutti delle tasse per dire che bisogna ridurle".

Che qualche forza politica sia più vocata di altre nel proporsi a partito della spesa pubblica quale volano dell'economia nazionale e del sostegno ai servizi al cittadino, è abbastanza noto: ma credibilità sul come dare ossigeno ai cittadini ormai provati dalla pressa fiscale è divenuto un tunnel dal quale non si riesce a venir fuori.

E riparlare del valore di cambio tra lira ed euro?
Forse è fantapolitica.

Simone Momianesi

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