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Oh Capitan c'e' un Ursus in Mezzo al Mar

Trieste, città della Bora.1° marzo 2011 annunciata dalle previsioni del tempo e puntuale come da cronoprogramma la Bora si scatena sulla città con inusitata violenza.I nostri vecchi raccontano di come la Bora di oggi non sia più quella di una...

Trieste, città della Bora.
1° marzo 2011 annunciata dalle previsioni del tempo e puntuale come da cronoprogramma la Bora si scatena sulla città con inusitata violenza.
I nostri vecchi raccontano di come la Bora di oggi non sia più quella di una volta, ma forse non gli abbiamo mai dato troppa bada.
Coerentemente quando tempo fa ascoltavamo le interviste a Indro Montanelli, più di qualche cronista se voleva estorcergli qualche riflessione sui bei tempi del Ventennio gli chiedeva di come ricordava la sua giovinezza.
E lui rispondeva < perché allora avevo vent'anni>>.
Ecco, più di qualche volta anche i nostri vecchi ci hanno dato la stessa impressione e non gli abbiamo mai dato troppa bada se ci parlavano della Bora dei loro anni più
verdi (o neri) con raffiche violentissime, tram ribaltati, gente aggrappata alle funi stese dal Comune lungo i marciapiedi in centrocittà.
Per non parlare dell'uso degli "iazzini", i ramponi da montare sotto le suole in caso di ghiaccio.
Inezie del passato? No. Esperienza.
Per i neo-modernisti, poi, non serve andare troppo indietro nel tempo.
Era solo un anno fa, più precisamente il 10 di marzo 2010 quando alcune raffiche sfiorarono i 200 km/h con abbattimenti di muri, tegole, camini, un camion ribaltato, problemi in porto a non finire e un gran lavoro per forze dell'ordine, i servizi sanitari, gliantennisti.
A.D. 2011. I servizi meteo annunciano bora intensa.
Non sarebbe micala prima volta, no? E in una città di mare cosa si fa in questi casi?
Se uno ha la barca - e Trieste è la città della nautica - rinforza gli ormeggi. E più l'opera morta è esposta, più si rinforzano.
Lo hanno fatto tutti?
Certamente non coloro che gestiscono il mitico Ursus, il pontone-gru secolare che svetta con i suoi 70 metri di benna il golfo,
sopravvissuto a un secolo di buriane.
Fiero utensile costruttore di navi mercantili e corazzate o misericordioso arnese per riportare a galla le stesse, è stato certamente un pezzo fondamentale di questa città.
Ha fatto il suotempo però ed è rovinato e compromesso dalla ruggine del tempo.
Il suo uso ai fini portuali è oramai irrilevante e senza senso, superato dalla corrente tecnologia.
Qualcuno aveva anche proposto di farne una sorta di Tour Eiffel in chiave altoadriatica, o un punto panoramico decisamente unico.
Il costo della gestione e dell'ordinaria o straordinaria manutenzione è comunque troppo alto e tutto forse da discutere con la locale Corte
dei Conti.
Intanto ce l'ha in gestione la Guardia costiera volontaria - ennesima forza di polizia? - presieduta dal noto esponente politico di
lunghissimo corso, Roberto de Gioia.
Nel prendere in carico l'Ursus pochi anni fa, chiese a tutti col cappello in mano contributi a non finire. Forse gli stessi tutti glidissero <> e gli diedero anche qualche pacca sullaschiena, ma niente di più.
L'Ursus trovò rinnovato ma dimesso vigore quale sede espositiva di quadri e divenne anche location per spettacoli funambolici di arte
dinamica. E luogo privilegiato per godere di partenza e arrivo in occasione della Barcolana.
A margine degli eventi di Bora del 1° marzo u.s., quando alcune raffiche sfiorarono i 176 km/h, il povero Ursus ruppe gli ormeggi al
molo IV dov'era pensionato e dalle 8 del mattino prese il largo.
In mezzo al golfo venne inseguito per poter essere messo in sicurezza dagli equipaggi della Tripmare mentre la Guardia Costiera, non quella
volontaria, annunciava la sua ingombrante e pericolosa presenza.
Un vero e proprio azzardo per la navigazione, con le navi in arrivo messe a riparo tra Umago e Punta Salvore per non affrontare il ventoso golfo e i suoi ormeggi portuali.
A sera i rimorchiatori riuscivano a portarlo nel bacino dell'ex S. Marco in Porto Nuovo.
Domanda: chi pagherà? Risposta non pervenuta.
I commenti?
Roberto de Gioia lamentava le molte promesse ricevute nel passato dal sindaco Dipiazza per rimettere a nuovo l'Ursus. A dire il vero senza aggiungere nulla su un eventuale rinforzo degli ormeggi.
Il Sindaco Dipiazza con la sua consueta generosità, esprimeva categorico < risolto un sacco di problemi>>.
I nostri concittadini più anziani guardano con simpatia all'Ursus, a questo vecchio storico gigante, memori di fasti passati, superati
dalla concorrenza internazionale, dalla tecnologia, dalla logistica, dalle infrastrutture e dal mercato. I più giovani, probabilmente no,
ma Trieste, si sa, non è luogo per vecchi.

Simone Momianesi


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