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Pavanel: l'intervista esclusiva

Il mister della Triestina tra storia, calcio giocato, impressioni e sogni. "Voglio che i ragazzi si identifichino con la città e che amino questa maglia". Domani la partenza per il ritiro

Massimo Pavanel, allenatore della Triestina è un fiume in piena, un po' come quando era giocatore. Abbiamo raccolto le sensazioni di questi primi giorni, le speranze e lo sguardo "romantico" di una squadra verso la sua città. 

Mister come stanno andando le cose? 

"Diciamo che adesso si vedono le cose belle, anche se per natura mantengo un certo distacco dalle cose "troppo positive". In questo momento sto cercando di conoscere prima gli uomini che i calciatori, perché credo sia importante. Dobbiamo essere in grado di fare qualcosa di "diverso" rispetto al generale. L'Unione deve essere non soltanto il nostro nome ma anche un elemento che dimostriamo sul campo, nelle nostre teste e nelle nostre anime. Dobbiamo giocare con la bava alla bocca, esprimere un'identità vera". 

Cosa ha detto ai ragazzi? 

"Ho detto ai ragazzi che se fossi in loro sarei arrabbiato nei confronti di come si è chiusa la stagione precedente. Stiamo puntando anche sul riscatto di qualche giocatore, ma in realtà un po' sul riscatto di tutti, grazie all'inserimento di giocatori nuovi e sull'importanza che la triestinità deve rappresentare per tutta la squadra. Vorrei che ci fosse questo sentimento di appartenenza".  

Come si fa?

"Bisogna creare identità con la curva, con la città intera, voglio che la squadra rispecchi l'anima triestina". 

Ha già visto qualcosa di buono?

"Sono alla finestra, ho messo gli occhiali da osservatore". 

Milanese ha fatto un passo importante con gli abbonamenti a prezzi "popolari".

"Credo che la città debba rispondere, mettendo il cuore e amando e volendo bene a questa squadra. Mauro ha fatto tanti passi per questa società e noi dobbiamo avere la spinta per realizzare una cosa unica: in fisica quando tutti i vettori spingono nella stessa direzione allora la forza che si sprigiona è devastante. Noi dobbiamo essere così, la squadra, i tifosi, gli sponsor, tutto quello che ha che fare con la Triestina deve essere un'unica cosa. Proviamo a farlo almeno una volta". 

Mister le piacciono le maglie nuove? 

"Le ho viste e devo dire che la bianca è spettacolare. Sabatini mi chiamava l'ultimo dei romantici perché sa che quando c'è da legarsi con la tradizione sono sempre molto felice. Vorrei fare a tal proposito anche un esperimento, ma che ritengo fondamentale. I ragazzi devono sapere dove sono venuti a giocare, la passione della gente, l'orgoglio e la poesia che resta dietro a questa maglia. In ritiro leggerò loro qualcosa, sulla storia dell'Unione. Devono identificarsi con la storia di questa città. Devono abbracciarsi per la Triestina". 

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