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Agenda: giovedi' 27 gennaio Ore 17:30 secondo Appuntamento con "i giovedi' di Tullio"

Secondo appuntamento con I GIOVEDÌ DI TULLIO, il ciclo di conversazioni e proiezioni realizzato nell’ambito della mostra LA COSCIENZA DI TULLIO. KEZICH E LE SUE CITTÀ: TRIESTE MILANO ROMA, visitabile a Palazzo Gopcevich fino al 13 marzo ad...

Secondo appuntamento con I GIOVEDÌ DI TULLIO, il ciclo di conversazioni e proiezioni realizzato nell'ambito della mostra LA COSCIENZA DI TULLIO. KEZICH E LE SUE CITTÀ: TRIESTE MILANO ROMA, visitabile a Palazzo Gopcevich fino al 13 marzo ad ingresso libero con orario 9-19.

Prosegue dunque l'omaggio della sua città natale al grande critico cinematografico, uomo di lettere, drammaturgo e produttore ad un anno dalla sua scomparsa, realizzato su iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste a cura della Direzione Area Cultura - Civici Musei di Storia ed Arte - Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" con la collaborazione di Associazione Anno Uno, La Cappella Underground, Associazione Alpe Adria Cinema, "La Contrada"-Teatro Stabile di Trieste e l'Università degli Studi di Trieste - Facoltà di Scienze della Formazione.


Giovedì 27 gennaio alle ore 17.30 presso la Sala "Attilio Selva" di Palazzo Gopcevich, Sergio Grmek Germani (Anno uno) interviene sul tema SUI SENTIERI DEL WEST.


A seguire la videoproiezione di Ombre rosse (Stagecoach, 1939) di John Ford, da Guy de Maupassant, il film più amato da Tullio Kezich (durata 96')
Uscito in Italia già nel 1940, prima del blocco autarchico del cinema americano, il film trova Kezich appena dodicenne. La sua passione per questo film prediletto, e visto e rivisto più di ogni altro, s'inserirà perciò piuttosto nella maturazione adolescenziale di Kezich spettatore e giovanissimo critico negli anni dell'immediato dopoguerra, che lo porteranno a diventare anche massimo cultore italiano dell'universo western insieme a un altro critico triestino, Tino Ranieri. Il film di Ford, che presto fu eletto a classico, opera d'elezione di cineasti come Orson Welles, ha forse oggi presso i fordiani la fama di opera un po' troppo "accademica" rispetto ad altri capolavori più sottovalutati del regista.

Ma è un'impressione sbagliata, ben smentita dalle predilezioni di Welles e dello stesso Kezich, o a distanza da come un altro cultore western proveniente dalla nostra regione, Carlo Gaberscek, vi veda l'importante trattamento della Monument Valley, luogo mitico per eccellenza dell'universo fordiano. Questo film interpretato dall'icona John Wayne, dal personaggio di prostituta redenta di Claire Trevor, da quella del medico ubriacone Thomas Mitchell, dal futuro personaggio horror e tarantiniano di John Carradine, ha non a caso un'importante fonte letteraria (Boule de suif di Maupassant), e in tutti i film amati da Kezich fa capolino almeno un riferimento letterario: qui infatti ve n'è più d'uno, entrandovi anche l'ispirazione elisabettiana, che oltre a Shakespeare include un altro John Ford.

L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

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