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Martedì, 23 Aprile 2024
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Barcolana ospita Giancarlo Pedote, il velista che attraversò il mondo in 80 giorni

Il velista ha partecipato al Vendèe Globe del 2020 e guarda al 2024 in cui presenterà un progetto di sostenibilità in collaborazione con l’Unesco

Ospite d’eccezione alla Barcolana Giancarlo Pedote, navigatore oceanico da quasi vent’anni, che nel nel 2020 ha affrontato il cosiddetto Everest della vela: il Vendée Globe, il giro del mondo in solitario, senza scali e senza assistenza. Una traversata di tutti gli oceani del mondo in 80 i giorni, in cui si è classificato ottavo su 33 skipper. Oggi vive in Bretagna, una delle capitali della vela oceanica. In Barcolana parteciperà alla diretta televisiva sulla Rai e ha raccontato i suoi progetti di sostenibilità al Barcolana Sea Summit.

“Sono onorato di essere ospite alla Barcolana – ha spiegato Pedote -, una regata storica a cui ho già partecipato nel 2006 e 2007, unica perché mischia la passione della vela a 360°, dagli equipaggi agguerriti che cercano la vittoria a tutti i costi alla famiglia che vive un momento di grande unione. Uno spettacolo unico, che solo Trieste regala”.

Il velista parteciperà anche al Vendée Globe del 2024: “Abbiamo più obbiettivi, sia di performance con degli upgrade di nuovi foil e modifiche allo scafo, sia di sensibilizzazione ambientale sullo stato di salute degli oceani, infatti la nostra imbarcazione sarà dotata di sensori che rileveranno dei dati sullo stato del mare quali temperatura, salinità e tasso di anidride carbonica. I dati saranno trasmessi alla comunità scientifica in forma gratuita e permetteranno di fare un bilancio preciso sullo stato attuale degli oceani per capire quali azioni mettere in moto subito al fine di arrestare il pericolo che gli oceani vivono a causa dello scioglimento dei ghiacci e dell’accumulo delle plastiche”.

Il progetto avrà la collaborazione dell’Unesco: “Dopo aver girato il mondo – spiega Pedote ho avvertito questo senso di appartenenza agli oceani e proprio per tutto ciò che di bello ho potuto vivere. Il mio team si è messo in contatto con l’Unesco, così abbiamo conosciuto Francesca Santoro che mi ha dato questa idea”.

“L’esperienza più bella che ricordo del Vendée Globe 2020 – conclude lo skipper – è stata nei 40 ruggenti e nei 50 urlanti: la bellezza degli albatros, le notti mai completamente scure, mi trovavo immerso in situazioni magiche e indescrivibili”.

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