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Sinusoidi emotive

Da "semo stufi" al "sotto la curva" in pochi minuti: cronaca dei capricci del Rocco

Dopo il vantaggio della Virtus Verona dalla curva si alzano cori contro la squadra. Qualche minuto dopo Ganz fa 2 a 2 e Adorante firma la prima vittoria in questo campionato, e dalla curva i cori contro lasciano spazio all'omaggio incondizionato. Un disequilibrio emotivo sottolineato da tanti

TRIESTE - Alla fine è tutto una grande festa di sciarpe biancorosse, con i greghi chiamati a gran voce "sotto la curva" e una Marinaresca che infiamma i quasi 5000 del Rocco. La vittoria di oggi non guarisce totalmente i malanni della Triestina, ma può rappresentare, per l'undici di Bonatti e per il mister stesso, una piccola svolta dal punto di vista emotivo. Un vecchio adagio racconta che quando nel calcio le cose ti girano bene, tiri in porta, prende il palo e gonfia la rete; al contrario, nei momenti no la sponda del legno fa finire la sfera fuori. Questa squadra fa tanta fatica nel gioco, è vero, ma oggi è stato altrettanto reale il sentimento capriccioso di quella parte della "piazza" (non tutti, sia chiaro) che apparae disequilibrata nei toni e nei giudizi. 

Per capire ciò che è successo bisogna riavvolgere il nastro. Nel primo tempo l'Unione va in vantaggio con un cross di Crimi che viene deviato. Nella ripresa la Virtus di Gigi Fresco pareggia i conti e va addirittura in vantaggio, dopo una bella azione sulla destra. Dopo la sconfitta col Pordenone e quattro pareggi consecutivi, ecco che al Rocco appaiono i primi fantasmi. "Se el perdi i lo manda via?" è ritornello comune per chi negli ultimi anni ha visto girandole di cambi in panchina ed altalene decisionali che poco avevano a che fare col merito. Dalla Furlan (che già a Trento aveva fatto sentire la sua voce) si alza il malumore per il poco gioco e i risultati. Perdere con la Virtus in casa probabilmente non avrebbe portato ad una contestazione ufficiale, ma ci saremmo andati vicino. 

E' qui che il tifo non conosce linearità e merita attenzioni critiche. "Semo stufi de 'sta merda" e quel classico "e adesso fora i cojoni" sono due cori già sentiti, ma dopo il vantaggio veronese si prendono la scena, riecheggiando ripetutamente tra le mura del Rocco. Poi la partita, in maniera totalmente casuale (capita), prende la direzione alabardata. Un difensore della Virtus, tutto solo, regala un angolo alla Triestina da dove nasce il pareggio di Ganz. Esplode la curva, che si è gia dimenticata di quanto facesse schifo la partita o del suo palato particolarmente fine. Passa pochissimo tempo e l'arbitro decide di fischiare un rigore a favore dei rossoalabardati. Adorante si prende la squadra sulle spalle, calcia e firma la prima vittoria dell'Unione in questo campionato. 

I cori capricciosi magicamente svaniscono e lasciano spazio alla festa. Per una volta la retorica dietro alla parola unione potremmo anche lasciarla stare, perché oggi è andato in scena un pessimo teatrino dell'assurdo. Ad un quarto d'ora dal triplice fischio era tutto da buttare, al novantaseiesimo tutto una gioia, con l'omaggio richiesto sotto la curva. Salviamo i tre punti, sì, ma dalle parti di Valmaura ci vorrebbe un po' più di equilibrio e coerenza. Proprio perché l'ambiente ha bisogno di una unione che va raggiunta grazie al lavoro, al sacrificio di ogni giorno e possibilmente con la condivisione. Non con i capricci.    

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