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Granfondo d'Europa: i veneziani della Favaro Veneto conquistano la 120 chilometri

Il Tour dei Castelli ha chiuso la quindicesima edizione della Granfondo d'Europa, al termine di una settimana che ha visto le biciclette protagoniste lungo le strade triestine, della regione e di parte della Slovenia

Il Tour dei Castelli ha chiuso la quindicesima edizione della Granfondo d’Europa, al termine di una settimana che ha visto le biciclette protagoniste lungo le strade triestine, della regione e di parte della Slovenia.

Nella cicloturistica di 120 chilometri, che insieme alla Mediofondo di 85 chilometri ha portato a Trieste quasi 200 atleti, si è imposta la Favaro Veneto, società veneziana che ha raggiunto il traguardo, posto all’interno del Museo ferroviario, con una ventina di ciclisti.

Nel cicloturismo, infatti, vince la squadra che riesce a portare il maggior numero di partecipanti all’arrivo, tenendo conto, però, anche del luogo di provenienza, in modo da premiare gli atleti che hanno fatto più strada per raggiungere il luogo della manifestazione.

Il Ronchi Ciclismo, vincitore della passata edizione, si è dovuto accontentare della seconda piazza del podio, conquistata ai danni della Gentleman Trieste, giunta terza.

La classifica della Mediofondo, invece, ha visto primeggiare i friulani della Donatori sangue di Campolongo Tapogliano, davanti ai piemontesi della Bicisport Ivrea e ai veneti del Team Vicenzutto.

«È stata una settimana molto impegnativa – così il presidente della Granfondo d’Europa Paolo Giberna - , che ha riservato soddisfazioni per tutti, dai ciclisti agli organizzatori. Il percorso della Granfondo ha riscosso un notevole gradimento, con il Collio che si è fatto ammirare in tutta la sua bellezza».

Dopo la partenza da piazza Unità d’Italia, infatti, la carovana di biciclette si è mossa lungo la strada Costiera, alla velocità controllata di 25 chilometri orari, per raggiungere i più bei castelli della regione: da Miramare a Duino, passando per Gorizia, per il castello di Formentini, per Mossa e Gradisca.

Sulla bellezza del percorso è tornato anche Francesco Seriani, presidente provinciale della Federciclismo, definendo il ritorno alle origini della Granfondo d’Europa «molto interessante, capace di regalare ai partecipanti qualcosa in più di una semplice pedalata».

Intanto Giberna sta già pensando all’edizione del 2016, «che organizzeremo sullo stesso percorso, sempre nella veste di corsa cicloturistica, ma che presenterà anche alcuni tratti a cronometro, come la salita che porta al castello di Formentini e quella che si arrampica sul monte San Michele».

Giberna ha sottolineato, infine, la bellezza del traguardo, il centoventesimo chilometro che ha posto fine alle fatiche degli atleti: «Il Museo ferroviario è un luogo davvero suggestivo, che merita di essere ulteriormente valorizzato».

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