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Hockey in-Line: Edera...Un Nota Amara

Riceviamo dall'ufficio stampa dell'Edera e pubblichiamo:Quale futuro?Abbiamo salutato il 2011, anno indimenticabile per i colori rossoneri, per tuffarci, anima e corpo nel nuovo anno.Ma cosa ci possiamo aspettare dal 2012?Noi tutti, purtroppo...

Riceviamo dall'ufficio stampa dell'Edera e pubblichiamo:

Quale futuro?
Abbiamo salutato il 2011, anno indimenticabile per i colori rossoneri, per tuffarci, anima e corpo nel nuovo anno.
Ma cosa ci possiamo aspettare dal 2012?
Noi tutti, purtroppo, stiamo vivendo una crisi economica senza precedenti.
Le fabbriche chiudono, intere famiglie non sanno più come arrivare a fine mese, nei discorsi da bar dello Sport non si parla più di Inter, Milan o Juve, ma di spread, bond, agenzie di rating.
Questa crisi ha, di fatto, allontanato gli sponsor, grandi e piccoli che siano, salvo rare eccezioni.
E come ben sappiamo, senza i soldi degli sponsor, non si possono fare i campionati professionistici. Questo è un dato di fatto e con questa situazione bisogna fare i conti.
A Trieste il Dio calcio è alle soglie del fallimento: deve trovare 2.000.000 di Euro entro il mese per ricapitalizzare la società o sarà chiusura.
E, se non li trova la Triestina i soldi, come possiamo trovarli noi?
Certo, a noi basterebbe qualche zero in meno, ma istituzioni e sponsor cercheranno in tutti i modi di salvare le Trieste del calcio e degli altri sport, seppur scudettati, chi se ne importa?
Negli scorsi anni l'Edera ha fatto enormi sacrifici per cercare di vincere l'agognato scudetto nella certezza che, centrato lo storico obiettivo, si sarebbero aperti i cordoni della borsa degli sponsor e delle istituzioni.
Lo scudetto è stato vinto e, su quella torta, sono state aggiunte altre due importanti candeline: la Super Coppa e la Coppa Italia.
Ritorni economici? ZERO.
Ritorni d'immagine? ZERO, o quasi.
Ora siamo giunti ad un bivio: continuare ad investire, o meglio gettare, risorse personali o ridimensionare gli obiettivi?

La rinuncia ai quattro sloveni è stato il primo passo della politica volta alla riduzione dei costi. La probabile rinuncia a partecipare alle Coppe Europee, anche in considerazione che la CERHIL altro non è che una estensione della Federazione Francese, sarà il prossimo passo. Perché buttare decine di migliaia di euro quando i regolamenti possono essere infranti allegramente e nelle finali non c'è nemmeno un arbitro o un dirigente federale italiano a tutelare gli interessi dei team nazionali?

Ora bisogna pensare ad affrontare le rimanenti trasferte, sempre mettendo mano al proprio portafoglio, a pagare l'impianto di gioco per gli incontri casalinghi compresi gli oneri accessori (vedi l'obbligo di pagare una ditta di elettricisti per ogni incontro disputato a Trieste), a pagare il rimborso spese degli atleti e degli arbitri, pagare commercialista, tasse, fornitori e quant'altro.

Ma perché facciamo tutto questo, qual'è l'obiettivo? L'unico obiettivo è quello di onorare lo scudetto che portiamo stampato sul petto e l'amor proprio.

Per la prossima stagione vedremo.

Vedremo se l'Edera potrà ancora affrontare un campionato professionistico, per cortesia, non si parli più di dilettantismo, e quante altre società potranno sopportare le spese di un campionato di A1.

Negli ultimi due anni abbiamo proposto dei campionati meno costosi, campionati che si risolvessero senza i play off. Ci si sarebbe potuti svincolare dai "ghiacciaioli", si sarebbero potuti utilizzare fino in fondo gli atleti del vivaio dando loro l'opportunità di crescere, si sarebbe potuto vedere finalmente un vero campionato di inline.

Ma questo sembra interessare a pochi.
A chi interessa che la nazionale Under 20 sia stata sbatacchiata un po' da tutti? Bisogna invece festeggiare l'argento della nazionale maggiore, un argento vinto con più di metà squadra proveniente dal ghiaccio e, forse, un solo inliner puro.

Quale futuro se non si inverte la rotta?

Come si diceva, siamo ad un bivio.
Meditate gente, meditate.

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