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Il Punto: Addio Unione, tutti ti hanno Abbandonata....

Finisce tutto così, come per incanto, senza clamori, senza titoloni, senza manifestazioni, finisce tutto come se fosse stato già previsto. La Triestina, la gloriosa Unione Sportiva Triestina, subisce per la seconda volta in 20 anni il fallimento...

Finisce tutto così, come per incanto, senza clamori, senza titoloni, senza manifestazioni, finisce tutto come se fosse stato già previsto.

La Triestina, la gloriosa Unione Sportiva Triestina, subisce per la seconda volta in 20 anni il fallimento; un fallimento che era nell'aria, un fallimento, a mio personale avviso, pilotato...

Pilotato da persone non in grado di portare a termine una gestione sportiva, persone che già in altre occasioni hanno dato prova della loro incapacità, persone che vedono nel solo vile denaro, attrattiva per i loro sporchi giochi finanziari.

A queste persone si sono aggiunte delle altre, in questo caso, persone convinte di poter riuscire in una impresa ardua, tirare fuori da questa società lo stretto necessario per portarla avanti.

Varie situazioni hanno impedito questo e, allora, di comune accordo con i personaggi già citati, han deciso di pilotare un fallimento che vada bene a tutti (loro).

Così è stato fatto, la sceneggiata a puntate dell'Aletti aveva come regista sior Fantinel, che si è contradetto parecchie volte quando ha parlato del suo rapporto col Sergione.

Insieme, ma per certi versi da solo, Fantinel ha messo in scena tutto ciò, dalla sua dipartita alla collaborazione con il patron del Ravenna già in crisi. Neppure un bambino avrebbe ceduto la Triestina ad Aletti, se poi è vero, come detto, che i collaboratori del magnate del vino friulano, avevano attentamente controllato chi fosse l'uomo che disse "La Triestina Xe Tanta Roba".

Tutto ora è finito come doveva finire, i danni di Aletti in Triestina si sono ridotti dai 7 milioni di euro di cui si parlava a 700.000 scarsi, giusto quelli che Fantinel avrebbe lasciato prima di andarsene, e, con l'asta deserta ci si ritrova in non si sa bene che serie.

La colpa, senza dubbio è delle gestioni deficitarie che fino ad oggi si sono susseguite, (non dimentichiamo Tonnellotto), dalla poca attenzione che la Triestina suscita ai potenti di Trieste, quelli che hanno la "grana" in buona sostanza, ed infine al poco interesse da parte delle istituzioni. Era infatti da aspettarselo che il Sindaco, come fece con la pallacanestro, (di cui era Presidente) lasciasse tutto in balia degli eventi. Ora ricominciare da zero sarà meno impegnativo economicamente e di certo non si avranno problemi dal punto di vista gestionale.

Credo però, sia compito di un amministratore pubblico tentare in tutte le maniere di salvare quella che da sempre è il simbolo della città sportiva, con un impianto faraonico destinato al nulla. Solo per quei soldi, pagati da tutti, era impegno del Sindaco e dei suoi collaboratori, di far qualcosa. Ma probabilmente al Sindaco interessa di più lo stadio come contenitore musicale per quel concerto importante che riuscirà a portare a Trieste ogni 10 anni, sempre se Udine sarà indisponibile.

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