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Dall'infortunio alla ripresa: racconto del vincitore della Rampigada Santa

Stefano Fatone commenta su Facebook la vittoria in un lungo post in cui parla della sua dolorosa avventura dopo la caduta nel 2008

L'infortunio

«6 anni fa la rinascita dopo oltre 2 anni di sofferenze. Il 13/05/2008 mentre andavo al lavoro in bicicletta, su una curva dove passavo tutti i giorni, sole, asciutto, la testa già a pensare che vie avrei dovuto controllare a Bergamo, mi parte la ruota anteriore, cado. Sbotto, faccio per rialzarmi come molte altre volte ma mi sembra di avere un macigno attaccato alla gamba destra, che non si muove. Tento di togliermi dalla strada, ma non riesco a spostarmi nemmeno con le braccia. Frattura pertrocanterica scomposta del femore». Inizia così il racconto della sua dolorosa avventura Stefano Fatone, il vincitore della Rampigada Santa, che ha con la sua bici ha percorso Scala Santa in 10 minuti. Il primo classificato tra i 230 partecipanti alla gara tutta in salita fino all'Obelisco, commenta la sua vittoria su Facebook, ricordando la sua storia dall'infortunio fino alla ripresa.

Operazione e recupero

«Seguono - prosegue nel suo post Facebook - ricovero in ospedale, operazione di sintesi, riabilitazione, ed un recupero in tempo relativamente breve per il tipo di frattura (ma senza forzature). L'11/08/2008 sono di nuovo in servizio (in piedi per 6 ore filate!), riprendo a correre in bicicletta (dopo essere andato sui rulli durante la convalescenza con il nulla osta dei medici) e rapidamente recupero la forma fisica quasi a livello di prima. Il 26/09/2008 una bella inaspettata vittoria alla Bolzano-San Genesio. Il 2009 trascorre all'insegna del completo recupero, in attesa di rimuovere placche e viti metalliche servite per ridurre la frattura».

Testa del femore collassata

«Il 15/01/2010, - continua Fatone - dopo tre rinvii causa urgenze in sala operatoria, si procede. Con troppa leggerezza l'ortopedico, viste le mie ottime condizioni, non mi fa radiografare prima dell'intervento, al quale posso assistere cosciente (seppur con un telo che m'impediva di vedere la parte operata), in anestesia spinale. La sala operatoria sembra una discoteca, m'incoraggiano dicendo che si tratta solo della liberazione da un peso. Mi aprono, svitano le viti, tentano di togliere la placca, ma ormai l'osso l'ha avvolta. Iniziano a picchiare con martello e scalpello producendo un rumore simile alla demolizione di un muro, ad un certo punto sento un mugugno del chirurgo, poi terminano l'operazione. Tutto a posto, dicono a denti stretti. Invece inizia un calvario, la testa del femore è collassata, con i mesi si appiattisce sempre di più causando dolori immani e la gamba si accorcia di 2,5 cm. Prendo quotidianamente potenti antidolorifici che come effetto collaterale mi causano ulcere allo stomaco, mi si formano 3 ernie discali, ciononostante continuo a lavorare e svolgere tutte le attività di prima. L'unica soluzione è la protesi».

Protesi totale e zoppia


«Giro vari ospedali alla ricerca del chirurgo più affidabile, visto che la situazione di partenza era complicata, il 16/12/2010 terza operazione, lunghissima, per l'impianto della protesi totale di anca. Tutto bene, ancora una convalescenza lievemente più rapida dei tempi canonici (avevano bisogno di me al lavoro), ma mi rimane una zoppia acquisita dopo un anno trascorso con gambe di lunghezza diversa e uno squilibrio muscolare che mi causa dolori in caso di posture o pedalata da seduto prolungate. Un guaio per il lavoro».
«Proseguo fino ad agosto 2012 tra dolori, massaggi, terapie di ogni tipo, antidolorifici a go go, finchè come ultima spiaggia il fisioterapista mi propone il noleggio di un lettino ad impulsi elettromagnetici per vascolarizzare tutta la muscolatura, anche quella difficilmente raggiungibile con le tecniche tradizionali. Sono scettico, non credo a certi rimedi. Però giorno dopo giorno la comparsa dei dolori si fa sempre meno frequente, visto che non ci credo provo apposta a fare quei movimenti che prima mi causavano dolori: negativo, il dolore si riduce sempre di più! Acquisto il lettino, per proseguire la terapia di mantenimento, lo uso ancora oggi. Mi rimane solo una lieve zoppia, brutta a vedersi, sulla quale preferisco non intervenire avendo trovato un equilibrio muscolare indolore».

Quarta vittoria alla Rampigada Santa

«Riprendo anche ad essere competitivo in bici, sebbene non avessi mai smesso, e questa ripresa è sancita dalla vittoria nella gara di Trieste del 23/09/2012, con una prestazione di tutto rispetto. Di lì un continuo miglioramento, con i normali periodi di calo e l'età che avanza.
«Domenica scorsa - conclude - la quarta vittoria su 4 presenze in questa gara, alla quale sono particolarmente affezionato anche per questo motivo».

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