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Rissa a Tamai, la Furlan: «Ci siamo solo difesi»

Il leader degli ultras spiega la loro versione dei fatti del post gara di domenica: «Tutte queste ricostruzioni sono finalizzate a caricare di responsabilità gli ultras, togliendole all'operato delle forze dell'ordine»

«Interveniamo subito per sedare sul nascere le voci che subito dopo la partita di domenica (6 novembre, ndr) sono rimbalzate ricostruendo fantasiosamente l'accaduto. Teniamo a precisare che la Curva Furlan è una realtà unita, nelle sue diversità e nessuna "guerra" interna è in corso. Non accettiamo che la stampa trasformi qualche normale litigata "personale" in "faida tra fazioni rivali" o regolamenti di conti preorganizzati in seno alla nostra curva».

Lorenzo Campanale, leader degli ultras alabardati, racconta la versione dei fatti (la rissa a Tamai che ha portato al ferimento di tre agenti delle forze dell'ordine e due tifosi): «Tutte queste ricostruzioni, finalizzate a caricare di responsabilità gli ultras, togliendole all'operato delle forze dell'ordine, quasi a voler giustificare palesi eccessi dei tutori della legge è inaccettabile. Queste calunnie perpetrate dalla stampa gettano fango su noi e quello che realmente siamo. Invitiamo chi scrive su noi a tacere se non sa le cose o limitandosi a descrivere i fatti senza dietrologie o fantasiose congetture studiate per creare un "caso" dietro al nulla».

«Foto e immagini studiate per creare un'immagine aggressiva e violenta, quando in realtà ci si è solo difesi, cercando di proteggere i nostri ragazzi e in tifosi normali presenti in quel frangente. Non ci siamo mai nascosti davanti alle nostre responsabilità ma al tempo stesso alziamo la voce quando veniamo dipinti per quello che non siamo. Respingiamo al mittente ogni tentativo di disgregare il nostro ambiente - conclude Campanale -, rovinando una curva che sta tornando protagonista alla grande grazie al contributo di tutte le realtà che la formano».

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