Ipertrail, 164km d'avventura tra il Carso triestino e sloveno (FOTO)
Una sfida che prenderà il via all'1 di notte del 5 gennaio e che durerà almeno 24 ore
Un anello perfetto di 164km, partendo in riva al mare, prima lungo il Golfo di Trieste per poi addentrarsi sugli altopiani della Bora fino alle nevi del monte Slavnik, correndo sulle creste di confine tra Italia e Slovenia, tra Slovenia e Croazia e tornado alla partenza sul famosissimo Sentiero 3, noto per la Cavalcata Carsica: ecco Ipertrail, la novità della seconda edizione de La Corsa della Bora.
100 CONCORRENTI - Una gara, Ipertrail, a cui si è potuto accedere solo su valutazione del curriculum sportivo, andata sold-out rapidamente, raggiungendo il limite massimo di 100 concorrenti, sia nella formula di competizione individuale, che in team, che in staffetta. Top runner quali Peter Kienzl, Alexander Rabensteiner, Cristiana Follador correranno assieme a partecipanti provenienti da tutta Europa. Una sfida che prenderà il via all'1 di notte del 5 gennaio e che durerà almeno 24 ore.
AUTOGESTIONE - Ipertrail ha rivoluzionato il concetto di “autonomia”. I punti di ristoro sono ogni 20 km e sono costituiti da una cassa. In questa cassa i concorrenti decideranno cosa trovare: cibo e bevande da una lista fornita dall’organizzazione oppure equipaggiamento cibo e bevande fornite dal concorrente. Al punto di ristoro ci sarà personale disponibile per le emergenze ed il controllo, ma la gestione delle risorse sarà completamente a carico dei concorrenti. Una gestione dell’attrezzatura e delle provviste simile a quella di una spedizione.
AVVENTURA - Una vera avventura: il percorso sarà segnato nei punti principali, ma l’uso del GPS potrebbe essere necessario: se c’è neve, vento forte o condizioni avverse potrebbe essere l’unico modo per non perdersi. A garantire la sicurezza dei partecipanti, un sistema di monitoraggio satellitare, DotVision, con cui l'organizzazione terrà d'occhio costantemente tutti i partecipanti.
«Lunghe distanze come queste sono un'avventura, che può esser preparata, sì, ma solo fino a un certo limite – spiega Enrico Viola, atleta di punta triestino membro del team Ferrino -. Entra sempre in gioco una componente di mistero, in cui si fondono molti elementi e interrogativi: “reggerà il fisico?” “Reggerà la mente?” Bisogna buttarsi in un'avventura interiore, superare le crisi che puntualmente arrivano, combattere il sonno, dormire poco e andare sempre avanti. In un'invernale, come questa, le condizioni meteo che si trovano, specie in notturna, sono una grande incognita. E qui si partirà all'1 di notte e ci saranno almeno 24 ore di gara, per cui due notti da affrontare».
?