Auto veloci, botte ai migranti e montagne di soldi: la doppia vita della cellula albanese
Gli oltre 30 indagati conducevano una vita apparentemente normale, almeno da quanto si può osservare sui profili social di alcuni degli arrestati. Regolamenti di conti, mazze da baseball e spranghe, ma anche video dei viaggi verso la Slovenia o in giro per la città di Trieste. Fotografie nei rioni periferici, ma anche in pieno centro. Il tutto come se nulla fosse, come se nessuno potesse scalfire il loro potere. La cassa tenuta da una donna. Somministrati anche sonniferi ai bimbi delle famiglie migranti, per non farli piangere e rischiare di essere scoperti durante i loro traffici. "Un business dagli enormi introiti"