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Migranti / Barriera Nuova - Città Nuova / Piazza Giuseppe Garibaldi

Silos, Trevisi: "Sì a una città accogliente, ma servono più trasferimenti”

Il vescovo, nella sua omelia all'infiorata della Stele Mariana, ha toccato vari temi d'attualità tra cui Wartsila e la violenza contro le donne. In merito alle centinaia di migranti che dormono al freddo nella struttura fatiscente il vescovo auspica "una città accogliente" ma specifica che "non può ricadere tutto su Trieste, c’è bisogno di maggiori trasferimenti in altre città"

TRIESTE - Un pensiero per le centinaia di migranti che vivono accampati nel Silos di via Flavio Gioia è stato formulato oggi dal vescovo Enrico Trevisi durante la tradizionale infiorata alla Stele Mariana di piazza Garibaldi, nel giorno dell’Immacolata Concezione. Nell’omelia, il vescovo ha toccato anche altrit emi di attualità come la crisi della Wartsila e l’incertezza delle famiglie dei lavoratori, oltre che la violenza contro le donne L’evento è stato organizzato dal CIF - Centro Italiano Femminile, in coorganizzazione con il Comune di Trieste.

Alla cerimonia, officiata dal vescovo, erano presenti il Sindaco Roberto Dipiazza, il Presidente del Consiglio comunale Francesco di Paola Panteca e il prefetto di Trieste, Pietro Signoriello, oltre a rappresentanti di tutte le forze dell’ordine. La questione del Silos, per Trevisi, è “qualcosa che ci interpella tutti, pensare che ci sono tante persone fuori al freddo, con il rischio che arrivi un freddo ancora più consistente, non mi lascia tranquillo e allora chiedo a tutti un sussulto di umanità”. L’augurio è quindi che “le famiglie arrivate da altre terre, dell’Italia e del mondo, possano qui trovarsi amate e sorrette”, con “legami di amicizia, reti solidali, una città comprensiva dei loro disagi”.

“Certamente il problema non può ricadere tutto su Trieste - ha precisato Trevisi a margine della cerimonia -, c’è bisogno di maggiori trasferimenti in altre città perché abbiamo già tanti dormitori. Anche per l’accoglienza ci stiamo spendendo, sia come chiesa che come comunità civile, con tanti volontari generosissimi. E’ evidente che il problema va affrontato e non può essere che restiamo spettatori di questa tragedia”.

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