Indagine sul cadavere in Gvt, la verità in oltre 90 ore di video
E' questa la finestra di tempo relativa alle immagini delle telecamere di videosorveglianza che gli investigatori inizieranno a scandagliare per fare luce sul caso che ha scosso la città. La Procura afferma che sul corpo non ci sono segni di violenza. Don Ettore Malnati: "Mi hanno detto che era una persona tranquilla, in qualsiasi caso è una tragedia"
TRIESTE - Sono state acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza che inquadrano la strada statale 202 nei pressi della quale, domenica mattina, è stato ritrovato il cadavere di un cittadino iraniano di 55 anni, impiccato al guardrail, bendato e con mani e piedi legati. A portare avanti le indagini per fare luce sulle cause del decesso dell'uomo - che il medico legale ha indicato tra le 36 e le 48 ore precedenti al ritrovamento - sono i carabinieri di Trieste, immediatamente sul posto assieme ai vigili del fuoco e i sanitari del 118. Secondo quanto si apprende, la documentazione inizierà ad essere visionata a brevissimo e la finestra di tempo su cui si concentreranno gli investigatori è quella che sposta le lancette indietro almeno fino alla mattina di mercoledì 20 settembre (le 48 ore indicate dal medico legale come termine massimo finiscono venerdì 22, a cui ne vanno aggiunte ulteriori 48). La mole di materiale da analizzare è corposa, ma è da quel lasso di tempo che gli investigatori sperano emergano elementi decisivi per ottenere la verità su un caso che, fin dalle prime ore dalla macabra scoperta, è rimbalzato sulle pagine di tutti i giornali nazionali.
Don Malnati: "Era una persona tranquilla"
Nella giornata di ieri a sgomberare il campo da una possibile azione di terzi è stata la Procura della Repubblica del capoluogo giuliano attraverso una nota a firma del procuratore capo Antonio De Nicolo. Nel comunicato viene affermato che sul corpo dell'uomo non vi sono segni di violenza. Il procuratore ha sottolineato come sia presto per giungere a conclusioni, che fin dal primo momento sono sembrate particolarmente affrettate, vista anche la smentita da parte dei militari dell'Arma della presenza, sempre sul cadavere del cinquacinquenne iraniano, di segni riconducibili a tortura. Un caso che, nonostante le cautele degli inquirenti e la necessità di approfondire diversi dettagli (verrà effettuata l'autopsia), ha scosso la città. A farsi interprete dei sentimenti collettivi è don Ettore Malnati. "Mi han detto che era una persona tranquilla. Dire che cosa ci sia sotto è difficile. Io sono molto preoccupato per ciò che accade in questa città, perché se diranno che è stato un suicidio allora vuol dire che parliamo di una persona disperata; se è qualcos altro, allora è anche qualcosa di molto grave, come se il diverso debba essere eliminato".