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Martedì, 30 Aprile 2024
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Il ricordo

"Senza di lui non sarà più lo stesso", Corrado Premuda nei ricordi dei suoi studenti

Abbiamo sentito tre studenti del poliedrico intellettuale triestino, che insegnava italiano alla nota scuola alberghiera. Anche nei racconti dei ragazzi, come nei suoi libri, leggiamo la creatività, l'entusiasmo contagioso, la generosità artistica e quella umana. E la capacità di farsi rispettare con la consueta gentilezza

Del Premuda scrittore si è parlato molto, sia prima che dopo la sua scomparsa, a soli 48 anni, pochi giorni fa. I suoi romanzi, i saggi e gli articoli sono entrati nell’immaginario dei triestini e non solo. Meno noto è il Premuda professore di italiano in una scuola alberghiera, lo Ial di Trieste. Un compito per nulla semplice, che Corrado portava a termine come affrontava la pagina bianca: con entusiasmo, curiosità e creatività. Abbiamo provato, sentendo alcuni suoi studenti, a ricordarlo anche in questa veste e a percepire l’impronta umana, ancora calda, che ha lasciato in questi giovani uomini e donne nel periodo forse più intenso, mutevole e formativo della loro vita: l’adolescenza. Un’età in cui si ascolta solo chi riesce a parlare il linguaggio delle ultime generazioni, chi è in grado di essere un alleato ma senza perdere l’autorità, magari tenendo testa a una classe intera. Questo e molto altro era Corrado Premuda come lo leggiamo nel ricordo dei suoi studenti.

“E' stato uno dei migliori insegnanti mai avuti – dichiara l’operaio 22enne Daniele Pintori, suo ex studente -, non solo per la sua bravura ma perché aveva a cuore qualsiasi suo allievo. Era una bravissima persona e cercava di tirare fuori il meglio da ognuno di noi. Non parlava come un nostro superiore ma come un nostro amico, riuscendo a farsi rispettare da tutti”.

L’immaginazione fervida e l’attenzione ai nuovi linguaggi era la sua cifra letteraria, ma anche professionale e umana, come ci conferma Daniele: “Organizzava tantissimi eventi e attività per noi studenti, tra cui una “battaglia rap” tra sezioni, con versi scritti ma anche in freestyle. All’epoca, tre anni fa, credo fossimo l’unica scuola ad avere questa attività, gli altri istituti ci invidiavano per questo. Lui creava moltissime iniziative collaterali, tra cui corsi di fotografia e altro. Le sue lezioni non erano noiose, c’era molta interattività, ci faceva commentare le notizie sui quotidiani, riusciva sempre a trovare argomenti che interessavano a tutti. Non è per niente scontato farsi ascoltare da un’intera classe”.

Non solo la dedizione alla professione, ma anche per le persone che aveva contribuito a formare: “L’ho visto in città poco tempo fa – conclude Daniele -, dopo tre anni si ricordava ancora di me ed era interessato a sapere cos'avessi fatto dopo la maturità. Aveva veramente una cura speciale per ognuno di noi".

Questo, il ricordo di Martina Madrujkic, studentessa Ial che ha appena concluso il penultimo anno: “Uno dei migliori insegnanti, sarà impossibile sostituirlo e, come diciamo spesso con i miei compagni, lo Ial non sarà più lo stesso senza di lui. Cercava sempre di aiutarci in tutti i modi, anche se lo facevamo arrabbiare cercava di chiudere un occhio e coprirci, lo sentivamo come un nostro amico”.

Per Corrado Premuda, contagiare tutti con la sua passione per la parola scritta era una missione che andava ben oltre la professione. Lo dimostrano le sue serate di lettura 'La testa per intrigo', che organizzava a titolo gratuito in vari locali della città. Un entusiasmo che ritroviamo nelle parole di Martina: ”Cercava di farci appassionare alla letteratura e ci riusciva sempre. Ogni volta che ci parlava di un nuovo libro era come se lui stesso fosse all’interno della storia, e ci portava dentro al libro insieme a lui. Era anche una persona con la testa sulle spalle e ci istruiva al meglio su tutto ciò che poteva esserci utile nel mondo del lavoro. Due anni fa, prima del Covid, aveva chiamato a parlare in classe un signore che aveva vissuto i campi di concentramento, è stato un momento molto toccante”.

Recentemente Premuda aveva curato un progetto multimediale dal titolo 'Il vento che racconta il vino', per raccontare il territorio attraverso la bora, con un video realizzato dagli studenti, una poesia scritta in gruppo e dei cocktail a tema (come parte del percorso formativo della scuola alberghiera).

“Nella vita si incontra una persona su mille come lui – dichiara il 16enne Marko, al secondo anno dello Ial -. Poco tempo fa aveva offerto un gelato a tutta la classe, aveva un cuore d’oro, qualsiasi problema avessimo, a scuola e nella vita, potevamo contare su di lui. Riusciva a farsi rispettare da tutti anche con metodi meno severi di altri professori. Usava la sua saggezza per far uscire la parte migliore di tutti noi, come gruppo e come singoli. Non posso credere che se ne sia andato così presto”.

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