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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Dal lockdown ad oggi: tre anni di Covid, il lungo racconto per immagini

Dalle prime avvisaglie della fine di febbraio del 2020 al lockdown, fino al "libera tutti" del governo Meloni, pubblichiamo il nostro lungo racconto per immagini, realizzate in questi 36 mesi da Giovanni Aiello

TRIESTE - Per la maggior parte degli italiani il Covid non esiste più. Eppure l'Organizzazione mondiale della sanità ufficialmente non ha "chiuso" la partita, decretando la fine della pandemia. Il coronavirus che ha di fatto segnato la cesura dell'era contemporanea ed inaugurato l'era digitale, oggi fa meno paura di tre anni fa. Da quel 9 marzo 2020 - quando il governo Conte chiuse il Paese nel lockdown per lunghi tre mesi - fino alle restrizioni sempre meno presenti nella vita quotidiana, anche nella nostra città la pandemia ha portato conseguenze non sempre facili da gestire. Quando il governo Draghi impone il Green Pass per poter lavorare, Trieste diventa l'epicentro della rivolta popolare. Al varco IV del porto va in scena una tre giorni di proteste che culmina con lo sgombero forzato da parte della polizia di Stato. Da lì in poi, il movimento No Green Pass attecchirà talmente tanto da esprimere - solo Trieste e Rimini le due città italiane - anche un rappresentante all'interno del Consiglio comunale. 

Il lungo racconto per immagini: tre anni di pandemia

Digitale, case di riposo e imparare a rispettare le file

Ma la pandemia è stata un momento dove il digitale è letteralmente esploso. La cittadinanza si è ritrovata di fronte alla scelta se iniziare ad utilizzarlo oppure no. Molte attività sono cresciute grazie al web, molte sono precipitate nel vortice del fallimento perché ferme ad un mondo precedente e non capaci di stare al passo. Non sta a noi giudicare se il risultato finale sia soddisfacente, tuttavia qualche dubbio permane, ancora oggi. Il Covid è stato soprattutto sofferenza e sacrificio. I sanitari da una parte, gli anziani soli nelle case di riposo, senza poter sorridere ai propri cari. La stanza degli abbracci venne salutata come una (temporanea) soluzione ad una distanza che con il tempo e dal punto di vista sociale, ha mostrato tutto il suo carattere dannoso. Eppure la pandemia ha fatto sì che gli italiani, almeno nel recarsi a fare la spesa, imparassero a rispettare le file (cosa che ormai non succede più, dimostrando che nessuno ha imparato niente dalla pandemia). 

Gli errori e le incertezze

Le forze dell'ordine hanno chiesto il rispetto delle normative. In alcuni casi i politici son scesi in piazza con chi protestava, per poi continuare a chiedere il rispetto delle regole. Il Covid è stato un acceleratore di processi, così molti addetti ai lavori, ma è altrettanto vero che non è stata una questione di coerenza, né di equlibrio. Le normative e le regole spesso non erano chiare (basti ricordare la corsa ai ripari della prefettura di Trieste per i famosi 500 metri di raggio, o era diametro, chi lo sa) e chi si ritrovava nel ruolo di vertice eseguiva gli ordini del suo superiore. Poca la flessbilità o la capacità di sperimentare nuovi modelli, sacrificate entrambe sull'altare della salute pubblica e della sicurezza. Nel frattempo, Trieste vedeva spegnersi la fiamma dell'altoforno della Ferriera di Servola per l'ultima volta, facendo passare in secondo piano le battaglie, le lotte ed il dibattito politico sullo stabilimento. Da un giorno all'altro Servola era tornata a respirare, e nessuno - tranne i servolani - sembrava essersene accorto. 

E' solo questione di tempo?

Tutto questo è alla base del lavoro che il nostro fotografo Giovanni Aiello ha messo assieme, per costruire una sorta di album della pandemia. Non per esaltare il carattere repressivo delle normative, né per giudicare ciò che si poteva fare e non si è fatto: il lungo racconto per immagini che trovate a questo link è la cronaca di ciò che è successo durante questi quasi tre anni di pandemia. Una sorta di addio al Covid, in attesa di un annuncio che, prima o poi, verrà dato al mondo: "La pandemia da Covid è finita", titoleranno i giornali, sulla base di ciò che deciderà l'Oms. Nel frattempo, buona visione. 

  

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