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Cronaca

Porto Vecchio, Fedriga e Dipiazza firmano l'opera di Elisa Vladilo

L'opera di street art si chiama "Echo Surrounding" e si estende per 1500 mq. Una sorta di eco e risonanza che si propaga attraverso tutti gli elementi esistenti nel paesaggio

Si chiama "Echo surrounding", l'opera di street art progettata dall'artista triestina Elisa Vladilo, inaugurata oggi, 8 luglio, in Porto Vecchio, davanti al Centro Congressi. Presenti all'inaugurazione anche il Sindaco Dipiazza e il Governatore Fedriga che hanno posto la propria firma sul lavoro grafico appena terminato.

Il lavoro fa parte delle le proposte migliorative legate alla riqualificazione della viabilità e alle opere di infrastrutturazione dell’area del Polo Museale del Porto Vecchio iniziati nel marzo di quest’anno. Realizzati dall’Associazione temporanea d’imprese Adriacos Srl/Innocente & Stipanovich Srl, gli interventi alla viabilità e alle opere di infrastrutturazione hanno visto un investimento di quasi 3 milioni e 600 mila euro e sono attualmente in fase di ultimazione.

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I commenti di Dipiazza e Fedriga

“Ci stiamo avvicinando nel migliore dei modi ad Esof2020 e avere anche quest'opera rende il momento ancora più prezioso - ha commentato il sindaco Roberto Dipiazza –. Ogni giorno si chiude e realizza qualcosa, in questo caso quest’opera di “street art” o ancora il grande pavimento interno del salone del nuovo Centro Congressi. Dobbiamo arrivare al 20 agosto quando tutto dovrà essere pronto”. “Sono passaggi che riguardano la riqualificazione di tutta l’area -ha aggiunto il governatore Massimiliano Fedriga – e ciò significa portare investimenti, lavoro e sviluppo a Trieste e a tutto il Friuli Venezia Giulia. Stiamo lavorando insieme al Comune e al sindaco Dipiazza, che ha creduto fin dall’inizio, anche quando nessuno ci credeva, nel rilancio del Porto Vecchio. Oggi iniziamo questo percorso, è un primo passo e sono convinto che tanti altri ne seguiranno nei prossimi anni”.

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L'opera

Una distesa di colori caldi di 1500 mq iniziata il 18 giugno e terminata oggi. Un'opera pubblica, come l'ha definita l'artista, che vuole ricordare l'ambiente circostante. Considerando il piazzale si leggono sull'asfalto diverse linee, i segni del tempo passato tra cui i binari dei treni ormai inutilizzati. Rilevando questi segni, che creano una sorta di collegamento casuale tra gli edifici, l'idea dell'artista è quella di prenderli in considerazione e da essi costruire il disegno del progetto. Così il giallo, il colore che domina l'opera, rende il complesso uniforme dato che il colore prevalente delle facciate degli edifici restaurati è proprio il giallo, mentre linee che vanno dal giallo arancio al rosa-rosso, ripercorrono i suddetti segni.

Una sorta di eco e risonanza, come suggerisce il nome, che si propaga attraverso tutti gli elementi esistenti nel paesaggio creando una percezione d'insieme armoniosa e vitale: "Per questo progetto ho tenuto conto dei colori dei palazzi che circondano l'area e i segni dei binari - ha dichiarato l'artista -. Ho rimaneggiato quindi ciò che c'era attorno creando non solo un'eco del passato, ma anche un ponte tra passato e futuro. Un modo per accompagnare la fioritura di quest'area".

Per ben 1500 mq ci sono volute tante mani e tanti assistenti. Il lavoro è stato terminato, infatti, con l'aiuto di Teresa Kucich, Alessio Carecci, Federico Atti, Farhan Uddin, Enrico Furlan, Roberta Meola, Ruben Vladilo, Tiziana Finzi e Federica Ramani.

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