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Cronaca

40 anni di Conferenza Stato-Regioni, Fedriga: "Rafforzare i luoghi del confronto e della concertazione"

Tra i temi trattati dal Presidente quello del rapporto Stato-Regioni in un’ottica di rilancio della leale collaborazione istituzionale: "Puntare ad un moderno concetto di interesse nazionale"

“Le Regioni e gli enti locali hanno nel loro “DNA istituzionale” la capacità di ascoltare ed interpretare le esigenze dei cittadini, delle loro comunità”. Lo ha detto il presidente Massimiliano Fedriga intervenendo al Quirinale in occasione delle celebrazioni per i 40 anni dall'istituzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

"Immaginare però che tutto ciò possa produrre un’impostazione amministrativa omogenea ed uguale dappertutto non è soltanto fuorviante, ma è un torto alla ricchezza sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese. E’ un allontanamento da quelle diversità che rappresentano la ricchezza del “sistema Italia”. Eppure sia sul piano politico che su quello mediatico ogni differenziazione è vista spesso con diffidenza, talvolta con ostilità, tanto da giustificare una nostalgia centralista che, evidentemente, si fonda su una memoria corta rispetto alle conseguenze che proprio l’approccio centralista ha causato al progresso civile ed economico dei territori".
 
"Io credo che ci sia un equivoco di fondo che va ormai superato: l’idea vetusta che l’interesse nazionale corrisponda alla competenza statale. La graduazione degli interessi in un’ottica di ‘sussidiarietà’ e la leale collaborazione fra i diversi livelli istituzionali: sono questi, a mio avviso, i pilastri di un moderno concetto di interesse nazionale sul quale dobbiamo tutti impegnarci”.

Rafforzare i luoghi di confronto e della concertazione

"Da questo punto di vista - aggiunge - io non credo che sia opportuno modificare l’attuale assetto costituzionale, occorre piuttosto rafforzare i luoghi del confronto e della concertazione, a cominciare dalla valorizzazione delle Conferenze interistituzionali, chiamate sempre più spesso ad una funzione di sintesi, per arrivare ad un più ampio riconoscimento del ruolo e dell’organizzazione della Conferenza delle Regioni, che sempre più appare come un necessario contrappeso all’assenza di una Camera delle Regioni e delle autonomie. Proprio il rafforzamento del sistema delle autonomie, oggi più coeso nel quadro dell’unità giuridica ed economica della Nazione, rappresenta anzi una condizione imprescindibile per la tenuta del sistema istituzionale. Dirò di più e so di andare controcorrente: è con la regionalizzazione che si può dare davvero un contributo al superamento delle disparità territoriali, penso al rapporto con le aree interne o allo storico divario nord-sud".

Autonomia differenziata

 "La stessa possibilità - prevista dall’articolo 116 della Costituzione - del riconoscimento di forme di autonomia differenziata - conclude - non deve incutere aprioristici timori perché si tratterà di un processo inserito in un quadro di coesione e sostenuto da meccanismi di perequazione finanziaria. Non può più essere sottaciuta ormai l’esigenza di affrontare i cambiamenti della società anche con una maggiore flessibilità dell’architettura istituzionale.

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