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Cronaca

In Fvg una legge per far tornare i cervelli in fuga, M5s: "Non rientrano per un bonus di 500 euro"

L'Assessore Rosolen con il ddl 129 approvato dalla Giunta il 13 marzo garantisce stipendi competitivi ai talenti del Fvg. Perplesso il M5S: "Il disegno di legge è vuoto di contenuti"

Premiare le competenze, incidere sul tema della crisi demografica, invertire la tendenza allo spopolamento di aree intere del nostro territorio. Sono questi i tre obiettivi del ddl 129 "Disposizioni regionali in materia di sostegno alla permanenza, al rientro e all'attrazione sul territorio regionale di giovani professionalità altamente specializzate - Talenti FVG" approvato dalla Giunta regionale lo scorso 13 marzo. Le legge vuole infatti premiare le competenze, attraverso incentivi e servizi, per attrarre o trattenere in Friuli Venezia Giulia talenti e alte professionalità, sostenendo azioni finalizzate a valorizzare l'alta professionalità di soggetti con non più di 35 anni in possesso di una laurea magistrale in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem) o un master universitario di primo o secondo livello o un diploma universitario di specializzazione o un dottorato di ricerca.

I dati

A supporto delle leve su cui il ddl si fa forza per raggiungere gli obiettivi prefissati, l'Assessore Rosolen ha anticipato alcuni dati riferiti agli esiti di una ricerca condotta dall'Agenzia Lavoro&SviluppoImpresa (che sarà a breve presentata integralmente). Emerge innanzitutto che gli iscritti alle università della regione sono per l'80 per cento residenti in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, ma che al termine degli studi escono da queste due regioni per andare in Lombardia o all'estero. Secondo quanto riferito da Rosolen "all'estero o in altre sedi ci sono maggiori possibilità di carriera: il 71,1 per cento dei laureati titolari di borse di studio in regione riferisce che uno dei motivi per cui lascia la regione è il livello retributivo". Tuttavia, la maggior parte di loro "è disposta a rientrare in presenza di una possibilità di carriera e retribuzione pari o vicina a quella che trova fuori Paese". "Il 50 per cento di chi va all'estero rimane comunque disoccupato - continua l'Assessore -, ma chi è occupato fuori dai confini nazionali è molto più soddisfatto di chi ha scelto di restare. Ciò dimostra che all'estero non è sempre così facile trovare lavoro, ma quando lo si trova, carriera e retribuzione sono decisamente più alte". 

Un'adeguata retribuzione

Sulla base di questi dati è stato quindi chiesto al tessuto economico di applicare un contratto a tempo pieno indeterminato con adeguata retribuzione, di riconoscere così merito ai talenti e di attivare, per chi non lo ha già, un sistema di welfare aziendale. L'assessore ha poi sottolineato l'importanza di anticipare le necessità di chi intende lavorare in Friuli Venezia Giulia attraverso il supporto dei Centri per l'impiego che in questo ambito avranno un ruolo più ampio rispetto alla legge regionale sul lavoro, potendo agire per il reclutamento anche a livello nazionale e all'estero, attraverso le reti europee per l'impiego. Anche agli Enti locali viene attribuito un ruolo attivo attraverso gli sportelli Informagiovani e Risposta casa.

Le parole del MoVimento 5 Stelle

Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella: “Pensare di far rientrare i cervelli in Friuli Venezia Giulia dall’Europa e dal mondo con un bonus di 500 euro è quasi ingenuo. Ci scontriamo con multinazionali che hanno bilanci da fare invidia ai PIL di un Paese sviluppato, e crediamo di poter competere nell’attrarre professionalità con queste cifre”. Secondo il consigliere, il ddl "dovrebbe rappresentare un’occasione per declinare concretamente alcuni principi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, legato alle risorse del Recovery Fund. La delibera regionale che dovrebbe contribuire alla stesura del Piano, nella sua vaghezza, parla esplicitamente dello sviluppo dell’Istituto italiano di tecnologie quantistiche, con sede a Trieste. Potrebbe essere un elemento da trattare in questa norma, per darle un minimo di concretezza”. “Nel suo complesso, infatti, il disegno di legge non è incisivo, ma sembra il classico provvedimento di facciata, con un bel titolo e una forte campagna mediatica, ma vuoto di contenuti – conclude Capozzella -. Non basta citare le lauree STEM (scienze, tecnologie, ingegneria e matematica) per definire i giovani talenti”.

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