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Cronaca

Trieste Running Festival: atleti africani fuori dalla mezza maratona

L'annuncio durante la conferenza stampa di questa mattina. Russo e Cosolini: "Trieste merita di meglio". Carini: "No ai manager sfruttatori. Sport e umanità vanno di pari passo"

Per la prima volta al via del Trieste Running Festival non ci sarà nessun atleta africano. La decisione è stata presa dall'organizzazione della mezza maratona per denunciare i manager senza scrupoli che gestiscono questi professionisti.

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Il commento di Russo e Cosolini

"“Una mezza maratona per soli bianchi”: pensavamo fosse un titolo che si sarebbe potuto leggere solo nell’Alabama del Ku Klux Klan ed invece è la cronaca di ciò che accade a Trieste". Ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale FVG Francesco Russo in un post su Facebook.

"La scusa con cui è stato annunciato che non ci saranno atleti di colore al prossimo Trieste Running Festival è che non ci sono manager onesti in grado di far arrivare nella nostra città atleti capaci di dare lustro e qualità agonistica alla corsa triestina. Ma come mai nel resto del mondo (e anche recentemente a Milano dove un atleta di colore ha stabilito il record della corsa), è possibile ciò che invece impossibile qui?"

"Io credo che Trieste meriti di meglio che essere ricordata come la città in cui le Istituzioni gettano nei cassonetti le coperte ai clochard e organizzano le mezze maratone rigidamente monocromatiche".

"A Trieste ci si inventa la mezza maratona per soli bianchi! La scusa è che gli atleti di colore sarebbero gestiti da manager sfruttatori... - ha dichiarato il cosigliere regionale Cosolini - Se fosse vero l'organizzatore dovrebbe citare fatti concreti e spiegare come mai per anni non ha fatto nulla. E potrebbe imporre un codice etico negli accordi e vigilarne il rispetto. Ma non fa nulla di tutto questo. Inaccettabile!"

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L'organizzazione: "No a manager sfruttatori"

"Abbiamo voluto porre l'attenzione su tutti quegli atleti africani che, seppur bravissimi, vengono portati in Italia e proposti come merce di seconda scelta -ha dichiarato Fabio Carini - Nella nostra mezza maratona ci deve essere un equilibrio tra trattamento della persona e valore sportivo. Questo segnale deve partire da Trieste proprio perchè la nostra città è multiculurale. E' comodo prendere gli atleti più forti, approfittando di manager che li sfruttano. E' meno comodo imporre una certa linea affinchè nello sport vengano al primo posto il valore dell'atleta e l'etica".

Rispondendo alle affermazioni di Cosolini, Carini ha sottolineato: "Siamo stati tra i primi in Italia ad aver imposto un codice etico che non è mai stato ripreso dato che fa comodo non seguire le regole. Sport e umanità non possono essere separati"

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