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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Marco Travaglio a Triesteprima: «Con "Slurp" una risata vi seppellirà»

Sale l'attesa per "Slurp" lo spettacolo che il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio sta portando in giro per i teatri e che domenica 24 maggio sbarcherà al Teatro Nuovo Giovanni da Udine (biglietti ancora in vendita alle biglietterie del teatro)

Sale l’attesa per “Slurp” lo spettacolo che il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio sta portando in giro per i teatri e che domenica 24 maggio sbarcherà al Teatro Nuovo Giovanni da Udine a partire dalle 21.00 per l’unica tappa regionale (biglietti per lo spettacolo sono ancora in vendita alle biglietterie del teatro).

Il nome (così come il tema trattato) dello spettacolo è lo stesso del libro uscito in questi giorni nelle librerie di tutta Italia (intitolato anch’esso “Slurp” ed edito da Chiarelettere).

Marco Travaglio spiega a Triesteprima che «il libro e lo spettacolo traggono ispirazione dalla quotidianità, basta guardarsi attorno e leggere come i giornali hanno trattato i diversi governi che si sono susseguiti in questi anni, così come allo stesso modo i grandi imprenditori, i grandi banchieri, i grandi manager. Tutti questi sono i maggiori responsabili della situazione disastrosa in cui si trova l’Italia. Sono riusciti a descrivere la classe politica come degli assoluti geni, sopraffini statisti, fuoriclasse poi in realtà abbiamo scoperto sempre in ritardo come ci avessero rovinati con le loro scelte. Non riuscendo a cambiare la testa e la lingua ai colleghi, forse è meglio cercare di cambiare quella dei lettori ed il gusto dei telespettatori, facendo in modo che ridano di ciò che deve far ridere edTravaglio2 a non prendere troppo sul serio ed a ribellarsi se necessario un certo tipo di informazione. Ciò che può accadere è che col andar del tempo non ci si fidi più di un determinati giornale e quindi non lo si compri più e questo non credo sia la scelta più opportuna. La miglior azione è invece continua a comprare quella testata iniziando a protestare, perché nel giornale si vuole un altro tipo di informazione più seria. I lettori (e i telespettatori) in poche parole dovrebbero diventare più attivi, i giornali ed i talk sarebbero costretti a cambiare, a sviluppare anche loro uno spirito critico ed a quel punto con una stampa critica ed attenta avremo dei governi più controllati dalla libera stampa che quindi sbaglierebbe di meno, in quanto nessuno vuole fare brutte figure. Se certa stampa la smettesse di coprire certi politici, questi ultimi cadrebbero prima «o la smetterebbero di sbagliare così spesso».

«In questo spettacolo – continua il giornalista - si ride molto perché nel corso dello spettacolo si leggono certe leccate di culo che sono talmente lampanti, incredibili e iperboliche che la gente pensa che me le sia inventate io. A fine rappresentazione molti si avvicinano chiedendomi se effettivamente tutto ciò sia frutto della mia fantasia in quanto stentano a credere che queste frasi sia realmente uscite sui giornali. Magari però effettivamente è capitato di aver letto quelle frasi, ma non di averci fatto ben caso o di prenderle sul serio. Se però impariamo a ridere di ciò che deve far ridere, abbiamo già risolto una parte del problema. In pratica è una risoterapia che può avere effetti positivi e salutari».

«L’idea – continua Marco - che sembra essere passata è che molti giornalisti scrivono questi pezzi per poter avere dei successivi vantaggi in termini di progressione di carriera. In certi casi è lampante che sia verificato ciò, ma ci sono casi piuttosto famosi di professionisti che hanno fatto giornalismo d’inchiesta e si sono affermati senza aver risparmiato critiche quando erano da fare, vedi Gian Antonio Stella e Milena Gabanelli. Non sempre chi non lecca poi viene perseguitato. Si può benissimo stare al mondo senza leccare».

Travaglio Ferrari«La classe giornalistica non si salva per niente. – sottolinea il direttore del Fatto – coloro che si salvano sono delle eccezioni, la regola e quella dello “SLURP” e questo poi danneggia chi fa il suo mestiere: se la maggioranza lecca è difficile notare la minoranza che non lecca. Chi non lecca viene preso per un mezzo matto, per un deviato, per un gufo a seconda dei casi. Sembra quasi che i quotidiani servano a riportare pari pari le veline di Palazzo Chigi ed i comunicati stampa dei politici di turno. In realtà i giornali servono per andare a vedere quello che c’è dietro le veline del potere. I giornalisti esistono per segnalare ciò che non va, perché ciò che funziona viene già riferito trionfalmente dalla classe politica, che un politico non rubi non è, o almeno non dovrebbe essere, una notizia. Nessuno dovrebbe vantarsi di non rubare in quanto è il minimo sindacale che si chiede di un politico. Che azzecchino ogni tanto qualche legge, non dovrebbe essere oggetto di complimenti, ci mancherebbe altro, li paghiamo profumatamente perché azzecchino no alcune, ma tutte le leggi. La notizia semmai è che ne azzecchino così drammaticamente poche».

«L’ultimo Governo im Italia che si è salvato, non facendoci vergognare in campo internazionale, non rubando e non dando adito ad alcun scandalo – riferisce Marco – è stato il primo Governo Prodi con una maggioranza coesa, sfasciata però due anni dopo dal tandem D’Alema - Bertinotti, Ministri come Ciampi all’Economia e Rosy Bindi alla salute. È riuscito a portarci in Europa anche se nessuno ci credeva Il successivo passaggio all’Euro è stato gestito malissimo, peraltro da chi è venuto dopo in quanto i controlli sull’Euro, entrato in vigore l’1 gennaio del 2002, li avrebbe dovuti fare il Governo Berlusconi».

Riguardo ad una possibile rivalutazione dei politici della Prima Repubblica Marco spiega che «il fatto che questi sia peggio non vuol dire che quelli prima fossero tanto meglio. Lo scadimento progressivo della classe politica non può essere ascritto al merito di quella precedente. Non possiamo accontentarci del meno peggio. Li paghiamo troppo bene per non poter prendere una classe politica adeguata. Nella politica c’è una cosa che ci chiama elezione, che vuol dire selezione, ovvero scegliere, selezionare il meglio. Il nostro sistema non si basa sulla meritocrazia ma è demeritocrazia in quanto è riuscito a selezionare in questi anni tutto il peggio, colpa tra l’altro di leggi elettorali e colpa di cittadini che si sono sempre accontentati invece di ribellarsi, ma anche colpa dell’informazione che ha spacciato per toccasana politici impresentabili».

«La statura dei politici della Prima Repubblica – sottolinea il giornalista - che purtroppo rubavano era superiore a quelli di oggi ma c’è da dire che allora l’Italia era la quinta potenza economica mondiale mentre ora siamo la decima ad essere ottimisti. In pratica si è verificato uno scadimento progressivo di tutto, economia in primis. Il ruolo internazionale te lo conquisti anche con la forza dei numeri, con quello che fai. Da noni non esiste più una grande azienda ad essere rimasta in piedi. Non riesco a rimpiangere i politici della Prima Repubblica solo perché rubavano mentre questi oltre che rubare sono pure degli incapaci».

Infine lo scrittore spiega che «lo spettacolo è strutturato con un palco, una scrivania, una macchina da scrivere antica a simboleggiare il giornalismo serio quando allora ancora esisteva, una lampada, due microfoni. Ci sarà una bravissima attrice, Giorgia Salari, che legge tutti i pezzi di servilismo scelti per lo spettacolo, da un amplissima antologia, dall’altra parte ci sono io che racconto e che le passo continuamente la palla: è una cavalcata molto comica di questo ventennio dove compaiono tutti i più celebri leccaculo che hanno quasi tutti la stecca caratteristica, ovvero di aver leccato quasi tutti i governi che si sono succeduti nello stesso modo».

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