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Cronaca

Falsa manutenzione estintori a 5000 clienti: smascherata maxi truffa

Guadagni illeciti per 5 milioni di euro dal 2005 al 2018. La clientela era composta da operatori pubblici e privati su tutto il territorio regionale. Un'operazione della Guardia di Finanza di Gorizia

Un'azienda friulana ha finto per anni di sostituire gli estintori frodando 5200 clienti, per un guadagno illecito complessivo di 5 milioni di euro dal 2005 al 2018. Nella cifra va inclusa la polvere estinguente fatturata ma non sostituita, il suo falso smaltimento addebitato ai clienti, i risparmi sulla manodopera, sui consumi, sui macchinari e sui tempi di revisione, oltre al fatto che i prezzi offerti sul mercato erano molto inferiori a quelli della concorrenza onesta. Questo è il risultato delle indagini portate avanti dai finanzieri della Compagnia di Gorizia sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine: l'azienda, attiva nelle forniture di impianti antincendio, ha frodato per anni una numerosa clientela composta da operatori pubblici e privati su tutto il territorio regionale.

La società

I tre consiglieri di amministrazione della società, che ha sede in provincia di Udine, con 60 dipendenti ed un fatturato di 4 milioni di euro, sono stati denunciati, insieme ad un consulente e ad un responsabile tecnico, per frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. La stessa società è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria per illecito amministrativo dipendente da reato per aver beneficiato del delitto di truffa continuata e aggravata ai danni di enti pubblici.

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I clienti

Tra i clienti privati truffati si segnalano imprese di ogni genere e, in particolare, concessionari autostradali, acciaierie, condomini, parrocchie, autofficine, aziende agricole e vitivinicole, bar, ristoranti, supermercati, centri commerciali, hotel, banche, agenzie di assicurazione, professionisti, imprese di trasporto, logistica e imballaggio, studi medici, case di riposo, asili nido, palestre, associazioni sportive, aziende di prodotti alimentari, abbigliamento, arredamento, chimica e materie plastiche, edilizia, meccanica, elettronica, elettrotecnica, informatica, telecomunicazioni, estetica, forniture per uffici. Per quanto concerne invece la clientela pubblica si annoverano ospedali, aziende sanitarie, scuole materne, istituti scolastici, caserme, case circondariali, università, tribunali, comuni, prefetture, questure ed altri enti tra cui la Regione Friuli-Venezia Giulia.

La denuncia

Le attività investigative sono partite dalla denuncia di un dipendente preoccupato per i possibili malfunzionamenti degli apparati antincendio, da quel momento sono iniziate intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni locali e domiciliari, indagini contabili e bancarie, nonché ricorrendo alle testimonianze dei dipendenti e dei manutentori dell’azienda.

Le indagini

Nell'indagine sono stati confrontati gli acquisti di polvere estinguente, le rimanenze ed il numero di estintori “revisionati” moltiplicato per le capacità degli apparati restituiti ai clienti dopo le false operazioni di manutenzione ed è emerso che l’azienda udinese, a fronte di un fabbisogno annuale medio di circa 80mila chili di estinguente, aveva acquistato soli 4.000 chili, impiegati per rifornire i soli estintori esausti. 

I rischi

Va rilevato che la società ha anche messo a rischio la sicurezza dei luoghi di lavoro esponendo a concreti rischi coloro che avevano gli estintori in uso, convinti di disporre di strumenti antincendio in perfetta efficienza. Infatti, come riferito dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la mancata sostituzione dell’agente estinguente nel corso delle revisioni periodiche comporta un aumento del rischio di inefficacia dell’estintore in caso di necessità d’uso, atteso che la polvere, se non sostituita, può “impaccarsi” e non fuoriuscire dal dispositivo.

La società, dopo la notizia delle indagini e per prevenire possibili malfunzionamenti agli apparati antincendio, ha provveduto a richiamare e revisionare correttamente, sotto il controllo della Guardia di Finanza di Gorizia, quasi 24mila estintori, operazioni che hanno avuto luogo da luglio 2018 a giugno 2019 ed all’esito delle quali l’impresa friulana ha patteggiato la pena per gli illeciti amministrativi commessi. La Procura della Repubblica del Tribunale di Udine, nei giorni scorsi, ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, preludio alla successiva richiesta di rinvio a giudizio. L’attività di servizio della Guardia di Finanza isontina ha permesso di portare a galla una rilevante frode di cui da anni erano vittime migliaia di operatori pubblici e privati attivi nel territorio regionale, contribuendo a ripristinare condizioni di legalità in un settore delicato come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro.

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