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Lunedì, 29 Aprile 2024
Ambiente e scienza

Canyon sottomarini: l'Ogs guida la spedizione internazionale nello Ionio

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale guida la campagna Erodoto e getta nuova luce sui rischi geologici dei canyon sottomarini. Indagata per la prima volta la morfologia del canyon di Squillace, al largo della costa calabrese

TRIESTE - L'Ogs, Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, ha guidato la campagna oceanografica Erodoto, che si è conclusa il 12 luglio scorso. Una campagna che getterà luce sui possibili rischi geologici dei canyon sottomarini ed è partita a bordo della nave da ricerca Aegeo il 1 luglio dal porto del Pireo, ad Atene, con destinazione il canyon sottomarino di Squillace, nel Mar Ionio, al largo della Calabria. L’obiettivo della campagna è quello di proporre un approccio metodologico innovativo integrato per analizzare e quantificare le dinamiche erosive di questo canyon sottomarino, la cui particolarità è quella di erodere in modo retrogressivo in direzione della costa. Lo scopo è quello di mettere a punto un modello per il monitoraggio e la gestione delle aree costiere adiacenti al sito del canyon per valutarne i potenziali rischi geologici.

A bordo della nave Aegeo era imbarcato un team di ricerca internazionale composto da ricercatori provenienti da sei paesi (Italia, Belgio, Grecia, Portogallo, Croazia e Sud Africa) afferenti a vari centri di ricerca europei: l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, l’Hellenic Center for Marine Research - HCMR, il National Oceanography Centre - NOC, il Flanders Marine Institute - VLIZ, l’Università di Cardiff e l’Università La Sapienza di Roma. Hanno preso parte alla spedizione anche tre giovani ricercatori e ricercatrici imbarcati per la prima volta a bordo di una nave da ricerca.

“Il team internazionale ha potuto indagare per la prima volta la morfologia e le litologie del canyon sottomarino di Squillace, ricavandone mappe e immagini con una risoluzione mai ottenuta prima” spiega Silvia Ceramicola, ricercatrice dell’OGS, ideatrice e coordinatrice del progetto Erodoto. “Questo grazie al supporto di sofisticati strumenti di ricerca quali l’AUV (veicolo sottomarino autonomo) Barabas del Flanders Marine Institute e del ROV (sottomarino a comando remoto) dell’Hellenic Center for Marine Research. Sono stati, inoltre, prelevati campioni di rocce e sedimenti che aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio l’evoluzione geologica del canyon”. 

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