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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Parroco suicida, Crepaldi: «Falliti gli sforzi per salvaguardare ragazzina, chiesa e sacerdote»

16.26 - Il Vescovo di Trieste torna sulla tragica morte e la drammatica storia di don Maks

Il suicidio di don Maks Suard, il sacerdote di Santa Croce in procinto di essere allontanato in seguito alla scoperta da parte del Vescovo Crepaldi di alcune molestie compiute ai danni di una ragazza che 17 anni fa aveva 13 anni, ha diviso l'opinione pubblica: chi ha visto solo il "pedofilo" e chi, davanti alla morte, ha deciso di perdonare.

Nuove verità vengono rivelate giorno dopo giorno: dopo il comunicato della Diocesi la sera stessa della scoperta del corpo esanime di don Maks, ieri il Vescovo Giampaolo Crepaldi ha scritto una nuova lettera ai fedeli, nella quale spiega quali siano state le intenzioni che hanno guidato le sue azioni, purtroppo fallite con la morte del sacerdote.

Carissimi fratelli e sorelle,
giungo a voi con questo mio messaggio, dopo il tragico evento del suicido di don Maks Suard, che mi ha molto scosso e addolorato, unitamente ai suoi congiunti a cui va la nostra vicinanza, e che ha profondamente colpito tutta la comunità cattolica di Trieste. In tutta la vicenda mi sono mosso per rispondere congiuntamente alle seguenti doverose esigenze: in primo luogo, all'esigenza di giustizia, di comprensione e di affettuosa attenzione nei confronti della ragazza che fu oggetto di improprie attenzioni quando era ancora minorenne con le comprensibili e dolorosissime conseguenze; in secondo luogo, all’esigenza di salvaguardare il bene della Chiesa e della sua attività ministeriale ed educativa; in terzo luogo, all’esigenza di aiutare una persona e un sacerdote a reimpostare su condizioni esistenziali nuove la sua vita umana e cristiana. Purtroppo lo sforzo fatto è andato fallito con il suicidio di don Maks il quale, pur ammettendo con sincero pentimento il suo errore e pur disposto a intraprendere un cammino di vita su basi completamente nuove, a un certo punto non ha retto.

Si è così giunti all’evento tragico del suo suicidio, ascrivibile a quegli insondabili misteri del cuore umano che tante domande sollevano senza che si possa dare ad esse una plausibile risposta se non rimettendo il tutto al Signore crocifisso, sicuro approdo in cui trovare consolazione, luce e forza. È per me e per tutta la Chiesa di Trieste il giorno difficile del venerdì che tuttavia, nel fecondo dinamismo della fede, prepara la domenica della speranza cristiana. Speranza che indica a noi sacerdoti per primi la strada di una piena e quotidiana fedeltà alla nostra vocazione; speranza che orienta la Chiesa al pieno rispetto e alla piena valorizzazione di chi ripone la sua fiducia in essa; speranza che impegna tutti a non transigere in alcun modo di fronte a casi di violenza o di attenzioni improprie verso bambini e adolescenti; speranza che ci porta a coltivare con maggior fervore la preghiera e ad alimentare l’amicizia ecclesiale all’interno delle nostre comunità cristiane; speranza per vivere con gioiosa convinzione il Vangelo di Gesù e a sostenere i poveri, i deboli e chi cade nel peccato; speranza per risvegliare in tutti la forza rigenerante della fede e della carità cristiana.

Mentre affido al Signore misericordioso don Maks – Signore che, in queste circostanze, resta l’unico e vero depositario di ogni giudizio – colgo l’occasione per invocare su tutti voi la materna protezione della Madonna.

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