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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Punto Franco Vecchio

Porto Vecchio: presentato il consorzio Ursus, che guarda al "modello milanese" di Arexpo

L'ente, che riunirà Comune, Regione e Autorità Portuale, coordinerà lo sviluppo e la promozione dell’area sdemanializzata. Presenti all'incontro i rappresentanti di Arexpo, la società fondata nel 2011 per acquisire le aree destinate a ospitare Expo Milano

Il Consorzio Ursus per la valorizzazione del Porto Vecchio è stato presentato oggi in un workshop al Magazzino 26. Si tratta dell’ente creato per coordinare lo sviluppo dell’area sdemanializzata (a oggi uno dei punti chiave della campagna elettorale), e che sarà costituito dai rappresentanti di Comune, Regione e Autorità Portuale. Presenti all’incontro il presidente del Consorzio, l’ingegner Giulio Bernetti, l’assessore comunale all’Urbanistica Luisa Polli e il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino. Hanno portato la loro esperienza a titolo di ospiti i rappresentanti di Arexpo, la società fondata nel 2011 per acquisire le aree destinate a ospitare Expo Milano, e di Ase (AcegasApsAmga Servizi Energetici, per la parte relativa a infrastrutture ed efficientamento energetico).

“Non è facile prendere in mano situazioni pregresse in cui si integrano temi amministrativi, ambientali, culturali – ha dichiarato D’Agostino -, quindi il passo fatto con la costituzione del consorzio è fondamentale per creare le pre - condizioni necessarie a costruire la visione alta della città”.

“Il recupero completo del Porto Vecchio – sostiene l’assessore Polli - non può essere uno spezzatino lasciato ai singoli enti e per questo è stato pensato in armonia con l’Autorità Portuale e la Regione per creare un soggetto tecnico amministrativo unico in modo che venga costruito il quadro normativo e, se ci fosse la necessità di cambiare quadri normativi nazionali o regionali, che porti in maniera uniforme questa richiesta”.

Bernetti ha poi illustrato la suddivisione in quattro parti dei 60 ettari che costituiscono l’area: la parte relativa a sport e tempo libero nella zona del terrapieno di Barcola, la zona culturale, congressuale e scientifica che comprende il magazzino 26, la zona in prossimità dei moli legata al mare e alle attività marittime (in capo all'Autorità Portuale) e una zona mista “ad alta flessibilità di destinazione”, con l’intento di dare maggior libertà agli investitori (la maggioranza degli immobili sarà appunto alienabile e destinata alla vendita). Il Consorzio, che porta il nome del pontone austroungarico, nonchè acronimo di Urban Sustainable System, si occuperà anche di promozione, consulenza e marketing per attrarre i soggetti interessati e individuerà la figura chiave dell’ambassador. Il logo (provvisorio) ricalcherà la disposizione dei magazzini vista dall'alto.

Alberto Mina di Arexpo, nell'illustrare l’esperienza milanese, ha dichiarato che “il nostro intento è quello di valorizzare l’eredità internazionale di Expo, posizionando la città come punto d’attrazione di talenti, imprese e capitali da tutto il mondo, sviluppando una rigenerazione urbana fondata sul benessere del cittadino”. Nella fattispecie, Arexpo ha puntato in particolare sul settore in espansione delle biotecnologie, attraendo investitori che “hanno permesso di riportare sul territorio giovani scienziati in fuga in altri paesi” e di “attrarre investimenti per 4 miliardi di euro”. Questo tramite una partnership tra pubblico e privato a lungo termine (una concessione per 99 anni) con Lendlease, un gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione di aree urbane che sta curando la riconversione dell’ex area Expo di Rho Fiera. Una formula che ha permesso di portare nell’area investitori del calibro di AstraZeneca, Bio4Dreams e Rold e a cui Ursus guarda come esempio “virtuoso” da seguire.

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