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Cronaca

Violati i brevetti italiani, in porto sequestrati 40 macchinari cinesi

Le macchine adibite alla preparazione dei cibi e destinate nel Pordenonese sono risultate non conformi alla normativa in materia di sicurezza dei prodotti a tutela dei consumatori

I funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) di Trieste hanno sequestrato 40 tra macchinari e attrezzature per la preparazione del cibo (affettatrici, taglia verdure e macchine per hot dog) per violazione dei diritti di proprietà intellettuale e risultati anche non conformi alla normativa in materia di sicurezza dei prodotti a tutela dei consumatori.

Le verifiche sono state condotte dai funzionari ADM di Trieste sulla base di una mirata analisi dei rischi locale, in diretto raccordo con gli Uffici Centrali dell’Agenzia, nell’ambito delle attività di controllo sui flussi commerciali in arrivo presso il Porto del capoluogo giuliano.

Dagli approfondimenti condotti sulla documentazione presentata all’atto dello sdoganamento e dalle perizie rilasciate da esperti del settore, è stato possibile constatare che la merce in importazione - proveniente dalla Cina e destinata a una società del pordenonese - risultava essere in violazione dei diritti di brevetto sul design, già depositato da un’altra società italiana operante nel medesimo settore.

Inoltre, da ulteriori accertamenti effettuati è emerso che sulle etichettature e sui libretti di istruzione dei macchinari sequestrati e di altre attrezzature facenti parte della stessa spedizione, non erano riportati i requisiti essenziali previsti dalla normativa sulla sicurezza dei prodotti. Per gli aspetti riguardanti la non conformità agli standard di sicurezza è stato interessato il Ministero dello Sviluppo Economico per il seguito di competenza.

L’attività di verifica svolta dai funzionari ADM conferma l’importanza strategica del nodo commerciale rappresentato dal Porto di Trieste, punto di ingresso nel territorio europeo per numerosi e crescenti flussi commerciali originati in primis nel continente asiatico, nonché l’efficienza del dispositivo di controllo dell’Agenzia finalizzato al contrasto dei traffici di prodotti potenzialmente nocivi per la salute dei cittadini e, più in generale, alla repressione di ogni operazione illecita

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