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Crisi industriale / San Dorligo della Valle - Dolina

Fumata nera Wartsila, salta l'accordo: l'azienda rifiuta mediazione

La multinazionale ha rifiutato la mediazione proposta dalle istituzioni, un'opzione che aveva incontrato il favore di tutte le altre parti. Si profila così per 300 lavoratori il rischio del licenziamento tra circa tra otto mesi

TRIESTE - Salta l'accordo al tavolo ministeriale sul caso Wartsila in merito alla possibile proroga degli ammortizzatori sociali. Dopo un lunga discussione, protrattasi fino a tarda sera, l'azienda ha rifiutato la mediazione proposta dalle istituzioni, un'opzione che aveva incontrato il favore di tutte le altre parti. Si profila così per 300 lavoratori il rischio del licenziamento tra circa tra otto mesi, secondo la procedura prevista dalla legge 234. Anche il precedente incontro al Mimit aveva portato a un nulla di fatto, motivo per cui la decisione è stata prorogata fino a ieri, 9 gennaio. Presenti al tavolo, tra gli altri, gli esponenti sindacati Cgil Fiom, Fim Cisl, Uilm e Usb, nonché gli assessori della Regione Fvg Alessia Rosolen (lavoro) e, da remoto, Sergio Emidio Bini (attività produttive). Antonio Rodà (Uilm) spiega che la multinazionale finlandese "non ha accettato la mediazione su un testo di possibile accordo, durata tutto il giorno. Non sono state fornite motivazioni di dettaglio. Fatto gravissimo. Per quanto ci riguarda questa presa di posizione mette in discussione tutto l'insediamento industriale di Wartsila".

"Pentiti di aver dato credito ad una azienda che, fin da subito, si è mossa in modo scomposto - così Rosolen -, ed amareggiata perché non più di 10 giorni fa sono stati chiesti ulteriori fondi al Ministero, ben sapendo che oggi però non si sarebbe raggiunto l'accordo. La mancata firma è quindi un atto scellerato". "L'azienda - aggiunge l'assessore - ha ricevuto uno schiaffo di fronte alla procedura errata aperta il 14 luglio 2022 e adesso pensa che, con basi culturali e sociali ben distanti dal sentire italiano, può apire serenamente una procedura così grave, perpetrando una fase conflittuale che tutti abbiamo cercato di mettere da parte in tutto questo tempo. Come Regione - ha concluso - inizieremo ora le interlocuzioni con il Governo per un eventuale intervento sulla legge 234. Ci troviamo infatti ora di fronte ad una fase che non merita alcuno sconto".

L'assessore Bini ha parlato di un'"azione irresponsabile" che "lascia sgomenti". "Si tratta di una decisione difficilmente comprensibile - ha continuato Bini -, che compromette i rapporti e rende più incerto il percorso per la reindustrializzazione del sito, al quale Wartsila non dovrà sottrarsi e per il quale la Regione continuerà ad impegnarsi, ritenendo quello di Bagnoli un sito di importanza strategica nazionale".

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