rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Salviamo lo sconto benzina in Fvg": lanciata la petizione on-line

Confcommercio Figisc del Friuli Venezia Giulia lancia una petizione popolare a difesa del sistema di contribuzione sull’acquisto di carburanti in regione: se abolita, comporterebbe diversi “danni”

Confcommercio Figisc del Friuli Venezia Giulia, con il patrocinio di UnionCamere, lancia una petizione popolare a difesa del sistema di contribuzione sull’acquisto di carburanti in regione. Una misura che, se abolita, comporterebbe diversi “danni”. Le conseguenze di una battuta d’arresto in sede europea (la Commissione Ue ha chiesto formalmente di modificare la normativa che consente ai residenti di acquistare benzina e gasolio a prezzi scontati) riguarderebbero aspetti sociali, occupazionali, tributari e ambientali

IL DANNO PER LE FAMIGLIE
La Figisc valuta una media tra i 100 e i 300 euro in meno all’anno per ciascuna delle oltre 550mila famiglie della regione nel caso di abrogazione di una legge che va a sostegno della spesa di una mobilità che non rappresenta né un lusso né un privilegio, ma una necessità. 

CHIUSURE, MINOR GETTITO E INQUINAMENTO
E ancora ci sarebbero meno lavoro (200 le chiusure previste in Fvg) per le microimprese della distribuzione carburanti, con conseguente perdita del posto di lavoro e creazione di altre centinaia di disoccupati; meno gettito (il sindacato stima 200 milioni di euro di minori imposte, di cui 35 per la Regione) per la perdita di accise e Iva derivante dal rifornimento di benzina e gasolio oltre confine da parte dei residenti; infine, più inquinamento (30mila tonnellate in più di anidride carbonica) per le maggiori percorrenze effettuate dagli automobilisti Fvg per raggiungere le pompe oltre confine).

IL PENDOLARISMO DEL PIENO
«Smantellare il sistema – spiega il presidente Figisc Fvg Bruno Bearzi – significa togliere ogni residua barriera al pendolarismo del pieno, ossia sottrarre ossigeno, cioè vendite, al meccanismo delle compartecipazioni di gettito. Alla fine del gioco – al saldo, cioè, tra risparmio dei contributi ed emorragia delle compartecipazioni – potrebbe essere che si acquisti una maggiore autonomia di spesa forse di 10-15 milioni di euro, non di 50 milioni come qualcuno si aspetta. E senza tener conto che qualche ammortizzatore delle conseguenze derivanti al tessuto socio-economico produrrà costi che ridurranno anche quell’importo».

LA VIA D’USCITA
Alla legittima difesa sindacale Figisc aggiunge un contributo tecnico per individuare una via d’uscita: «A nostro avviso, se si vuole mettere in sicurezza o anche solo al riparo le norme, si tratta di mettere mano alle leggi nazionali 549/1995 e 244/2007, eliminando, anzi più precisamente sostituendo con una formulazione non censurabile che garantisca gli stessi effetti reali, proprio quegli elementi su cui si appuntano le censure più invasive dell’Ue: il concetto di «riduzione del prezzo» e il nesso funzionale esplicitamente stabilito tra risorse, compartecipazioni e simili, assegnate alle Regioni e loro finalizzazione alla riduzione del prezzo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Salviamo lo sconto benzina in Fvg": lanciata la petizione on-line

TriestePrima è in caricamento