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Silos: in arrivo nuovi trasferimenti e presidio Carabinieri in Porto Vecchio

Lo ha annunciato a margine di una conferenza stampa l’assessore regionale Roberti: “Qualche settimana fa 200 persone trasferite su Trieste, continua politica trasferimenti. Presidio sarà all’ingresso di Largo Santos”. Dipiazza: "Migranti arrivano da Gorizia perché associazioni li aiutano"

TRIESTE - Nuovi trasferimenti di migranti dal Silos sono programmati nei prossimi giorni: lo ha annunciato l’assessore regionale Pierpaolo Roberti a margine di una conferenza stampa. E’ stato anche spiegato che, nell’ambito di una riqualificazione della zona intorno alla stazione e a piazza Libertà, ci sarà un presidio dei Carabinieri in prossimità dell’ingresso di largo Santos. Roberti specifica che la presenza dei Carabinieri: “andrà a presidiare un’area sensibile come quella prospiciente alla stazione, così come avviene in altre città italiane. Inoltre sarà il primo presidio fisso di una forza di polizia statale all’interno di Porto Vivo” e conferma che “l’iter si sta concludendo”. 

In merito alla situazione del Silos, con migranti accampati la notte e temperature sempre più in picchiata, il sindaco Dipiazza ha dichiarato che, nella struttura di via Gioia, “ci sono 120 persone anche se si parla di freddo, sporcizia e topi. Quindi come mai 30 persone da Gorizia scendono a Trieste? Perché sono assistiti dalle associazioni” e ha aggiunto che “in Friuli Venezia Giulia non ci può essere un hub perché è una zona troppo piccola”.

Roberti ha poi confermato che “sta procedendo la politica del Governo relativamente ai trasferimenti dal Friuli Venezia Giulia, in particolare da Trieste ce ne saranno ulteriori nei prossimi giorni, dopo il trasferimento di qualche settimana fa di 200 persone”. Infine, secondo l’assessore, gli arrivi sono “facilitati dalla vicinanza alla stazione dei treni. Se qualcuno sente che a Trieste c’è qualche opportunità in più nel presentare la domanda, sale su un treno in Veneto e arriva a 10 metri dal Silos. Non possiamo gestire sia gli arrivi dalla rotta balcanica - conclude - che quelli dalle altre regioni d’Italia, non solo da Gorizia”.

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