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Silos, don Malnati: "Stop indifferenza, ospitiamoli negli edifici dismessi"

L'esponente della diocesi: "Ci sono a Trieste diversi edifici, ora dismessi, che erano caserme, con spazi magari spartani ma con almeno i sevizi igienici e acqua. È urgente che le istituzioni tutte si adoperino per togliere queste persone da questo disagio"

TRIESTE - "Tutti noi non possiamo, se abbiamo una retta coscienza, disinteressaci di questa situazione del Silos di Trieste dove non ci sono acqua, sanitari e pavimentazione, ma fango, sporcizia e disagio e lì soggiornano 400 persone, uomini, donne e bambini in attesa di una sistemazione nella legalità in uno dei paesi dell’Europa". Queste le parole di monsignor Ettore Malnati già vicario episcopale per il laicato e la cultura diocesi di Trieste, in merito alla situazione del Silos in via Flavio Gioia, specificando che "Ci sono a Trieste diversi edifici, ora dismessi, che erano caserme, con spazi magari spartani ma con almeno i sevizi igienici e acqua. È urgente che le istituzioni tutte si adoperino per togliere queste persone da questo disagio e, finchè non raggiungono le destinazioni individuate, possano dignitosamente sopravvivere".

Malnati cita nella sua nota la Chiesa di Trieste e il lavoro della Caritas per l'accoglienza dei profughi, e ritiene che "Trieste non può subire questa vergogna anche nel ricordo della sua storia di profughi e di esuli. È indegno l’atteggiamento di questa indifferenza. Lo ho scritto anche al Presidente della Repubblica italiana, lo ripeto da uomo e da credente: chi è preposto alla cosa comune ed è di sua competenza istituzionale, lo prego in ginocchio, di dare dignitoso e provvisorio alloggio a queste persone. Sì, si tratta di persone che debbono essere rispettate nella loro dignità".

Un appello "che viene dal cuore di uno che ha frequentato per missione i campi profughi della nostra città già dagli anni ’60 - spiega il religioso - e ne ha portato nel cuore tanta sofferenza e comprensione, con la determinazione: 'Mai più indifferenza verso chi lascia la propria terra e la propria casa in cerca di ricominciare un nuovo percorso di vita con tanta sofferenza nel cuore'. Sappiamo che gli sparvieri di turno si intrufolano in questa carovana della disperazione, ma questo non giustifica disinteresse verso la maggioranza di queste persone in cerca di speranza".

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