rotate-mobile
Lo studio

Studio su Covid nei dipendenti comunali pubblicato su rivista internazionale

Il lavoro dell'Università di Trieste, che ha coinvolto oltre 2mila dipendenti del comune, è stato pubblicato su Vaccines (Mpdi). I dati monitorano anche l'effetto dei vaccini, efficaci al 70 per cento con quattro dosi contro le infezioni primarie durante l'intero periodo di studio. Durante l'ondata alfa l'efficacia è stata massima, il 99 per cento con due dosi, per poi diminuire con le successive varianti. In tutto 20 lavoratori ricoverati e uno deceduto

TRIESTE - Pubblicato sulla rivista internazionale Vaccines (Mpdi) uno studio sull’incidenza del Covid durante la pandemia in 2.314 dipendenti del comune di Trieste. Il lavoro di Luca Cegolon e Francesca Larese Filon dell’Università di Trieste ha esaminato l’incidenza del Covid durante tutta pandemia (1 marzo 2020- 31 gennaio 023), dato l'aumento del rischio di infezione negli ambienti lavorativi con interazioni sociali. I dati monitorano anche l'efficacia dei vaccini, quantificabile al 70 per cento con quattro dosi durante l'intero periodo di studio. Durante l'ondata alfa l'efficacia è stata massima, il 99 per cento con due dosi, per poi diminuire con le successive varianti. In tutto sono stati 20 i lavoratori ricoverati e uno deceduto.

Il campione

Un campione suddiviso in impiegati amministrativi (48,5 per cento), maestre d'asilo (33 per cento), personale tecnico (9,9 per cento) e agenti di polizia locale (8,5 per cento). Alla fine dello studio, il 55 per cento dei dipendenti era stato vaccinato con almeno tre dosi di vaccino, mentre il 19,7 per cento era rimasto non vaccinato. Nell’ arco di tutto il periodo il 62,4 per cento dei dipendenti sono risultati positivi al Sars-CoV-2 almeno una volta e il 18,1 per cento almeno due volte. Solo 20 lavoratori sono stati ricoverati in ospedale per malattie gravi, quindi il 99,9 per cento delle infezioni è stato lieve o moderato. Un solo lavoratore, precedentemente immunizzato con tripla dose è deceduto.

La stragrande maggioranza delle infezioni primarie (69,3 per cento) si è verificata durante l’ondata Omicron (1 dicembre 2021–31 gennaio 2023), periodo durante il quale si sono verificate anche la totalità delle reinfezioni. Il rischio di infezione primaria durante l’intero periodo di studio aumentava in modo significativo nei dipendenti di età compresa tra 40 e 49 anni, nel sesso femminile, e (nelle prime ondate pandemiche) in categorie lavorative essenziali come gli agenti di polizia locale e gli insegnanti di scuola materna.

I vaccini

Durante l’intero periodo di studio, rispetto ai colleghi vaccinati, il rischio di infezioni primarie era significativamente inferiore nei lavoratori vaccinati con tre o quattro dosi, per un'efficacia vaccinale del 58 per cento e del 70 per cento, rispettivamente. L’effetto protettivo della vaccinazione contro le infezioni primarie si confermava nelle varie ondate pandemiche, con un’efficacia vaccinale del 75 per cento con una dose contro il 99 per cento con due dosi durante l’ondata Alpha, riducendosi leggermente a 59 per cento e 70 per cento con Delta. Durante l’ondata Omicron, il rischio di infezioni primarie diminuiva significativamente con tre o quattro dosi di vaccino, per un’efficacia vaccinale pari rispettivamente a 58 per cento e 91 per cento. Inoltre, il rischio di reinfezione COVID-19 durante l’intero periodo di studio si riduceva con una, due, tre o quattro dosi di vaccino, per un’efficacia vaccinale rispettivamente del 53 per cento, 58 per cento, 68 per cento e 86 per cento contro le reinfezioni. Non si riscontrava differenza significativa di efficacia vaccinale per terza dose eterologa (prime 2 dosi con Astrazeneca e booster con Pfizer or Moderna) rispetto all’ omologa (3 dosi di vaccino ad m-RNA, Pfizer o Moderna), sia contro le infezioni primarie che contro le reinfezioni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Studio su Covid nei dipendenti comunali pubblicato su rivista internazionale

TriestePrima è in caricamento