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La tassa sui rifiuti

Tari: a Trieste il prezzo scende di poco ed è sotto la media italiana

Il Fvg è la sesta regione più cara del paese, con tariffe in aumento rispetto all'anno scorso, ma Udine si paga la Tari più bassa d'Italia, poco inferiore ai 200 euro. La media italiana è superiore ai 300 euro

TRIESTE - A Trieste la Tari si paga un po' meno rispetto all'anno scorso (l'1,6 per cento) la tariffa è di 316 euro e sfiora la media nazionale (320 euro). Il Fvg è la sesta regione più cara del paese con una media di 277 euro, in aumento ripetto all'anno scorso (247), ma Udine si paga la Tari più bassa d'Italia rispetto agli altri capoluoghi del paese, 188 euro (contro i 174 del 2022). A determinare la classifica il nuovo rapporto sui rifiuti urbani dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ogni anno indaga sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia.

Le altre città

La città più cara della regione è Gorizia, dove la tassa è di 333 euro, cifra che fa registrare l’aumento più consistente in regione, ovvero del 5,6 per cento. L’anno scorso la Tari era di 315 euro. Pordenone è fuori classifica, per difficoltà di comparazione, perché, insieme ad altre città come Cesena, Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Cremona, Biella, Trento, Bolzano, Belluno e Rovigo, ha adottato la tariffazione puntuale dei rifiuti.

In Italia

Le città più care sono Catania dove si paga 594 euro, Genova che arriva a 492 euro e, al terzo posto, Napoli con 491 euro. Sul podio, insieme a Udine con 181 euro, troviamo, al secondo posto, Brescia che ha fissato la Tari a 195 euro e al terzo posto Fermo con 196 euro.

Le dichiarazioni

“Nella grande maggioranza delle città capoluogo di provincia, oggetto della nostra rilevazione, si continua ad adottare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti. Questo meccanismo non risulta essere incentivante verso la riduzione dei rifiuti che deve essere la priorità per le amministrazioni locali e per i cittadini” afferma Tiziana Toto, responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. “Nel 2021, secondo dati Ispra, la produzione di rifiuti pro-capite ammonta a 502,15 kg, valore che rimane purtroppo sostanzialmente stabile nel corso degli anni, fatta eccezione del calo legato al periodo pandemico. Si consideri inoltre che, attualmente, sebbene si arrivi a un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si ferma al 48,1%. La differenza tra questi due valori pone l’attenzione sull’importanza di incrementare la qualità della nostra raccolta differenziata. Lavorare sulla riduzione dei rifiuti e sulla qualità della raccolta differenziata porterebbe a una ottimizzazione del sistema di gestione dei rifiuti con conseguente diminuzione dei costi a carico delle famiglie”.  Il prossimo 24 novembre sarà invece diffuso il report complessivo che conterrà anche dati sui livelli di raccolta differenziata in ambito regionale e provinciali e sulla raccolta di particolari categorie di rifiuti come Raee, oli e tessili.

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