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Un test gratuito per Hiv e sifilide: al via il nuovo servizio di Arcigay

Servizio interamente a carico di Arcigay, che si avvale di una ventina di volontari, in sinergia con i centri Mst di Trieste e Gorizia. Appuntamenti una volta al mese, risultato disponibile in un minuto. In Italia aumentano nel 2021 le diagnosi tardive, che superano il 63 per cento dei casi

TRIESTE - Un test per l’Hiv e per la sifilide gratuito, con risultato in un minuto e in un ambiente “protetto”, alla presenza di volontari adeguatamente formati: è il nuovo servizio che Arcigay Arcobaleno Odv ha organizzato per i cittadini e che partirà da lunedì 26 giugno. Si potrà accedere al test previa prenotazione sul sito www.triestetest.it, e gli appuntamenti saranno nella sede di viale Terza Armata 20, per il momento una volta al mese anche se in luglio le giornate saranno due.

Il servizio è autofinanziato dall’associazione e impiega una ventina di volontari, formati sia per la corretta comunicazione sanitaria che tramite lezioni di counselling, per poter dare supporto agli utenti in un momento delicato. Per la formazione ha collaborato anche l’istituto Spallanzani di Roma. Il progetto, almeno per i primi anni, prevede anche la presenza di personale sanitario in loco. Il progetto è organizzato in sinergia con le attività dei centri Mst di Trieste e Gorizia, grazie alla dottoressa Colli e alla dottoressa Negri, che supportano l'iniziativa.

Presenti alla conferenza stampa odierna il responsabile salute di Arcigay Trieste Daniel Saiani Campostrini e il presidente Andrea Tamaro. Il test, è stato spiegato, è simile a quelli per l’Hiv fai da te già in commercio nelle farmacie: con una piccola puntura quasi indolore si fa fuoriuscire una goccia di sangue e, tramite una piastrina e dei reagenti, si ottiene un risultato preciso al 99,3 per cento. L’eventuale positività a sifilide e Hiv è rilevabile a un mese dal contagio (il cosiddetto “periodo finestra”).

Saiani Campostrini ha spiegato che “A volte parlare con un medico di questi problemi, per i componenti della nostra comunità, può essere disincentivante. Anche il ministero si è accorto che è importante parlare di sessualità con un operatore alla pari, che dia la possibilità di non sentirsi giudicati da comportamenti a rischio”, aggiungendo che “è importante che, in questi momenti, la persona sia seguita a livello psicologico. In realtà, al giorno d’oggi, la diagnosi di Hiv non è una sentenza di morte ma, al contrario, il rilevamento precoce permette di avere accesso alle cure che, se iniziate in tempo, permettono alla persona sieropositiva di vivere come una persona senza Hiv”.

E’ stato poi ricordato che i farmaci attualmente in uso permettono alla persona in cura di abbassare fin quasi allo zero la carica virale e la contagiosità e che bisogna distinguere tra il virus dell’Hiv e l’Aids, ossia l'infezione conclamata, che può insorgere anche dopo anni di incubazione. Affinché i farmaci siano efficaci, infatti, è essenziale che siano somministrati il prima possibile e comunque precedentemente all’insorgenza della malattia.

Purtroppo i dati satatistici in merito non sono incoraggianti: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia, dal 2015 è in aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione. Nel 2021 il 63,2 per cento delle persone con nuove diagnosi da Hiv era già in Aids. Inoltre, in Fvg, solo poco più di un quarto delle persone con nuova diagnosi risulta aver effettuato il test in seguito a un comportamento a rischio.

“Il costo di questo servizio è per noi oneroso - spiega il responsabile salute - dieci euro a test, a fronte della gratuità per l'utente. Quindi, a seconda delle richieste che seguiranno, speriamo in un sostegno esterno. Vorremmo infatti offrire anche il test per l’epatite C, patologia per la quale la Regione ha lanciato di recente una campagna di screening. Il nostro obbiettivo, comune a quello del sistema sanitario, è debellare queste infezioni definitivamente”.

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