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Iniziative benefiche / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Via Flavio Gioia

Da Vicenza a Trieste per portare doni ai migranti del Silos

L’associazione Energia e Sorrisi Odv, che unisce la passione per il Rally alle iniziative benefiche, ha portato il suo furgone davanti al Silos per offrire un rinfresco e delle scarpe nuove ai migranti nel giorno di Santo Stefano

TRIESTE - Un rinfresco di Santo Stefano e tanti doni per i migranti del Silos: una visita a sorpresa nella struttura fatiscente di via Flavio Gioia questa mattina, martedì 26 dicembre, da parte dell’associazione benefica di Vicenza Energia e Sorrisi Odv. I volontari sono arrivati intorno alle 10 del mattino con un grande furgone da cui, in pochi minuti, hanno estratto tavoli e vivande per offrire un momento di conforto ai ragazzi accampati all’addiaccio nell’edificio abbandonato. I migranti hanno ricevuto in dono anche calzini e scarpe nuove, robuste e attrezzate per lunghi cammini.

“Coe ciacole no se impasta fritoe”, questo è il motto dell’associazione veneta, che da 17 anni unisce la passione per il rally alle iniziative benefiche. Negli ultimi anni è stata molto attiva nei luoghi della rotta balcanica e in Ucraina. Una realtà fondata nel 2006 da Giampietro Dal Ben, pilota noto nel mondo del rally che, partecipando alla sua prima gara, ha avuto l’idea di portare aiuti umanitari alle popolazioni incontrate durante la competizione. L’associazione ha raccolto e consegnato aiuti umanitari in Marocco, Mauritania, Senegal, Algeria, Tunisia, Egitto, Albania, Croazia e Bosnia. Dopo aver oltrepassato il confine europeo in Bosnia ed Erzegovina e aver incontrato i migranti della rotta balcanica, è nato il gemellaggio con l’associazione Sos Bihac.

Consistenti gli aiuti portati dall’associazione in Bosnia Erzegovina: “20 tir, mezzi da 240 quintali di aiuti cadauno per la rotta balcanica - spiega Dal Ben -, e siamo arrivati a 43 tir per l’Ucraina. Ora stiamo allestendo il 44esimo. Nelle ultime settimane siamo tornati a Lipa, dove insiste quello che io chiamo il campo di concentramento inserito in un altopiano in una zona minata della guerra nell’ex Jugoslavia”.

“Poi, nei giorni scorsi - continua Dal Ben -, ho visto in Tv questi ragazzi migranti del Silos. Eravamo qui già nei mesi scorsi a portare un paio di furgoni di materiale sanitario ma io non c’ero mai stato e volevo vedere di persona com’era la situazione in questo disastro planetario. Siccome per noi è Natale ogni giorno, tranne il 25 dicembre che è la festa dei macachi, siamo venuti a fare festa coi ragazzi”.

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