“Cuore greco” per la "Cenerentola” di Rossini al Verdi
Va in scena da venerdì 8 a sabato 16 aprile al teatro “Verdi” di Trieste l'opera giocosa “Cenerentola”, ossia La bontà in trionfo, di Gioacchino Rossini. L'allestimento delle rappresentazioni triestine, per la prima volta in Italia, è della Greek National Opera di Atene. Sempre dalla Grecia anche la direzione dell'opera, affidata al giovane Maestro George Petrou. Greca anche la promettente regista Rodula Gaitanou, le scene sono di Simon Corder, e i costumi di Alexia Theodoraki.
Come suggerisce il nome, il soggetto dell'opera è tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault; in realtà, più ancora che alla favola, il testo del romano Jacopo Ferretti si rifà ad altri due libretti d'opera: "Cendrillon" di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e "Agatina, o la virtù premiata" di Stefano Pavesi per Francesco Fiorini (1814).
Il riferimento principale però è quello alla favola di Charles Perrault, soprattutto per ragioni morali: a differenza di alcune versioni più aspre e violente del racconto, lo scrittore francese enfatizzò nella sua favola gli elementi del perdono e della virtù, valori molto vicini alla sensibilità del tempo e certamente graditi al vaglio pontificio.
Sullo sfondo della vicenda, però, fa capolino una società degradata, calata a pennello nell'atmosfera romana di quegli anni, pervasa dalla corruzione, da una nobiltà decadente e scialacquante, da gravi disagi tra i ceti sociali più poveri.
Sotto le spoglie di un buonismo (obbligato come detto dalla pesante censura pontificia), si intravede pertanto la lettura sarcastica di una fiaba amara più che zuccherosa.
Ad interpretare Don Ramiro il tenore Leonardo Ferrando, che si alternerà con Vassilis Kavayas, mentre Dandini sarà il baritono Fabio Previati. A Don Magnifico daranno la voce i bassi Vincenzo Nizzardo e Jeroboám Tejera. Nei panni di Angelina si alterneranno i contralti Josè Maria Lo Monaco e Ninon Dann. Completano il cast infine il basso Filippo Polinelli nei panni di Alidoro e i soprani Lina Johnson e Rita Matos Alves in quelli di Clorinda. Tisbe è il mezzosoprano Irini Karaianni.
L'aria più celebre è certamente “Questo è un nodo avviluppato”. Rossini si è senza dubbio divertito nel mettere in musica questo sestetto, che gioca sulla pronuncia delle consonanti per creare un effetto comico e rafforzare il senso di stupore e di straniamento che segue alla rivelazione delle rispettive identità del Principe e di Cenerentola. E' un tipico momento di “stasi” drammaturgica, in cui l'azione si arresta e tutti i personaggi – sbalorditi, perplessi o frastornati – si fermano a manifestare i propri pensieri, per poi riprendere con impeto ancora maggiore.
Per la sua struttura insolita, il sestetto può dare qualche grattacapo ai registi durante l'allestimento,oppure – al contrario – permettere loro di scatenarsi nelle più fantasiose scenografie, mostrando visivamente quello stesso "intreccio aggrovigliato" di cui parla il testo. Il sestetto “Questo è un nodo avviluppato” è stato utilizzato da Pascal Roulin nel film “L'Opèra Imaginaire”, una sorta di cartone animato simile a “Fantasia” della Disney ma con brani d'opera anziché sinfonica.
(Alessandra Ressa)