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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le mostre

Grandi mostre, dopo Ligabue arriva Van Gogh

L'esposizione presenta oltre cinquanta opere dell'artista olandese provenienti nella stragrande maggioranza dal Kröller-Müller Museum di Otterlo. Tra quelle più importanti "Il Seminatore", "Il Giardiniere" e i due coniugi Ginoux

TRIESTE - Sono più di 50 i capolavori di Vincent Van Gogh – tra cui le opere iconiche quali “L'Arlesiana (da Gauguin)”, “Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux)”, “Il Seminatore” e “il Giardiniere” - esposti da domani 22 febbraio fino al 30 giugno 2024, al Museo Revoltella. Quindi dopo la mostra su Ligabue, che è stata prorogata fino al 30 giugno, Trieste punta su Van Gogh. La mostra, promossa e organizzata dal assessorato alla Cultura del Comune di Trieste con il contributo della Fondazione CrTrieste, è prodotta da Arthemisia e realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo, in Olanda. Questa mattina presso l'auditorium del Museo Revoltella, nel corso della presentazione, l'assessore alla Cultura Giorgio Rossi ha sottolineato che ”la mostra su Van Gogh l'ho fortemente desiderata e finalmente, dopo un paio d’anni, il mio desiderio si è avverato. Questa mostra permetterà di valorizzare il Museo Revoltella dando la possibilità non solo ai triestini, ma anche ai tantissimi turisti che visitano la città, di vivere un’esperienza con un'artista straordinario, una significativa opportunità per tutti di avvicinarsi all’arte di uno dei maggiori protagonisti del panorama internazionale d’epoca moderna.”. La presidente di Arthemisia, Iole Siena, ha ribadito la solidità del rapporto tra Arthemisia e Trieste, “un rapporto a cui tengo particolarmente, perché quando abbiamo iniziato questa avventura, ormai 5 o 6 anni fa, lo abbiamo fatto nell’incredulità generale, quando nessuno scommetteva su Trieste per portare mostre importanti. Trieste oggi è considerata uno dei punti di riferimento per le grandi nostre d’arte".

Mostra divisa in quattro sezioni

Ritornando alla mostra, punto di forza è certamente l'aver riunito "fisicamente" i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del Café de la Gare di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890 e conservati rispettivamente l'uno presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo – prestatore di quasi tutte le opere presenti in mostra – e l’altra alla Galleria Nazionale di Roma, a cui si deve anche il prestito di un’altra opera di grande bellezza, ossia il Giardiniere. Un po' monotematico, quindi, il luogo di provenienza delle opere del grande artista olandese. L’esposizione, che documenta in ordine cronologico l’intero percorso del pittore, parte dal racconto approfondito dei primi cinque anni di attività dell’artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra. E' divisa in sezioni: la prima descrive i primi anni in Olanda, che contano più di quanto non appaia dalle opere stesse e rappresentano l’inizio di un cammino tortuoso per conquistare la padronanza di un segno strutturante e incisivo, che quando incontrerà il colore si tradurrà nelle superfici vibranti e nelle tormentate figure che l’hanno reso immortale. Di questa fase è "Il Seminatore"; la seconda sezione parla del soggiorno parigino, durato dal 1886 al 1888, in un clima più effervescente anche grazie alla presenza contemporaneamente dei grandi maestri dell'Impressionismo; la terza sezione parla dela sua permanenza ad Arles, in Provenza, dei suoi colori e delle sue luci, periodo a cui apartengono i ritratti dei coniugi Ginoux; infine una quarta sezione, quella in cui vive a Saint.Rémy-De-Provence e ad Auvers-Sur-Oise. L'opera presente nella mostra che rappresenta questo periodo, che lo vedrà ricoverato in un ospedale a causa di diversi attacchi di follia e lo porterà alla morta per suicidio, è "Il Giardiniere".

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