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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lo studio

Adesso Trieste critica la spesa comunale: "Rioni di serie A e di serie B"

Uno studio presentato nelle scorse settimane mette in evidenza le disparità circoscrizione per circoscrizione. "A Chiarbola si spendono 54 euro ogni cittadino, in Borgo teresiano oltre 8000". L'analisi basata sugli Open data

TRIESTE - Se vivete a San Vito l'amministrazione comunale investe per voi 2100 euro in lavori pubblici, mentre se avete casa tra San Giacomo e Barriera Vecchia, allora le risorse per ogni residente ammontano a 333 euro. Lo dice uno studio condotto da Adesso Trieste e presentato nelle scorse settimane dal coordinatore dell'Assemblea Trasversale Partecipazione, Giancarlo Galasso. L'analisi ha preso in esame gli open data, per farne una ricerca statistica al fine di mappare il territorio amministrato dal Dipiazza IV. I dati provengono, ad esempio, dal PIano triennale per i lavori pubblici (nell'arco temporale 2022-2024). "In sostanza - scrivono i municipalisti - alla zona più nuova della città sono attribuiti fondi circa sette volte maggiori rispetto ad una zona che evidentemente avrebbe bisogno di più interventi". 

A tracciare le differenze economiche tra le diverse zone della città ci pensa soprattutto il gap redittuale. "La differenza - continua lo studio - supera i 15000 euro, quindi vi è una grossa disparità tra il rione più ricco e il rione più povero". Per AT il dato diventa "sconcertante" se si prendono in esame i rioni. "A Chiarbola l’attuale Giunta spende circa 54 euro per contribuente, mentre in città vecchia (Borgo Teresiano) la spesa è di circa 8.200 euro per contribuente, quindi 153 volte tanto quella di Chiarbola". Un altro dato fornito da Riccardo Laterza e Giancarlo Galasso è quello riferito alle analisi de Il Sole 24Ore, che vede una "rilevante criticità su Trieste per quel che riguarda i metri quadri di verde attrezzato per ogni bambino. In questa classifica Trieste è all’ 83° posto (con circa 10 metri quadri per bambino)".

Secondo Adesso Trieste una delle criticità nel rapporto tra cittadini e amministrazione è quella relativa ai “data set”, vale a dire il numero del tipo di dati raccolti. Confrontando questi dati con quelli che il comune di Bologna mette a disposizione, si evince che se nel capoluogo emiliano ci sono 606 “data set”, a Trieste ce ne sono sette. "La minor offerta dei dati ai cittadini - così Laterza e compagni - influisce decisamente sulla partecipazione delle persone alla vita dell’amministrazione. E’ stato sottolineato inoltre che il cosiddetto “bilancio partecipativo”, strumento concepito per permettere ai cittadini di partecipare alle politiche pubbliche locali (tra cui il bilancio di previsione) attualmente non è attuato nel Comune di Trieste". 

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