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Elezioni comunali 2016

Ferriera, Dipiazza: «Mantenimento area a caldo scelta del centrosinistra»

Il candidato sindaco Roberto Dipiazza in Consiglio regionale sostiene la sua posizione favorevole alla chiusura dell'area a caldo»

«La questione Ferriera è un tema delicato. Sono da sempre favorevole alla chiusura dell’area a caldo». Questa la dichiarazione del candidato sindaco Roberto Dipiazza, in Consiglio regionale questa mattina durante la discussione sulla mozione per la chiusura dell’area a caldo della Ferriera.

«Con i dati ambientali attuali in possesso del sindaco, si potrebbe avviare immediatamente la procedura di chiusura dell’area a caldo che può richiedere diversi mesi, arrivando fino a ottobre, guarda caso, ossia alla scadenza dei due anni di mantenimento dell’attività produttiva, come richiesto dall’Accordo di programma».

«Limitando immediatamente la produzione della ghisa - prosegue Dipiazza - con un’ordinanza sindacale perché le continue “fumate” sono certamente dovute alla mancata tenuta di pressione dei “Blidder”, come dichiara Arvedi, ma la vera causa è probabilmente legata a un eccesso di produzione dell’altoforno, il cui andamento sarebbe facilmente verificabile dal sindaco uscente chiedendo la scheda di marcia dell’impianto».

«Il mantenimento dell’area a caldo della Ferriera di Servola - continua il candidato sindaco - è stata una scelta dell’attuale sindaco, e di tutte le amministrazioni di centrosinistra, che sono responsabili – assieme agli enti di controllo coinvolti – d’aver prima “svenduto” un’area di enormi dimensioni e di importanza strategica sul mare (175.198,20 euro, cioè meno di un appartamento a Servola, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e complesso immobiliare, beni materiali e immateriali come ricavato dall’atto notarile di compravendita del 6 ottobre 2014) e poi concesso tutte le autorizzazioni necessarie al proseguimento di un’attività produttiva inquinante e che, di fatto, blindano l’azienda, favorendola anche con una concessione trentennale della banchina sebbene in assenza di un terminalista certo, come richiesto dall’Autorità Portuale di Trieste per altre realtà».

«Produrre ghisa, come ho sempre sostenuto, non è più economicamente conveniente, tanto che in Italia come in Europa la siderurgia ha i giorni contanti. Sfruttare questa situazione da parte del sindaco uscente e del centrosinistra, adesso, dopo due anni di sostegno senza sì e senza ma alla proprietà, mi sembra per lo meno scorretto: arrivare sotto la data delle elezioni per pronunciarsi sull’eventuale chiusura dell’area a caldo mi sembra una presa in giro dei cittadini e dei comitati che li rappresentano, salvo che per alcuni non vi sia una strategia politica di condivisione con il sindaco uscente».

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