Italiani di Trieste: «Dipiazza non ha saputo aggregare il centro-destra, noi alternativi»
Il direttivo del Movimento “Italiani di Trieste”, riunito per discutere delle prospettive in vista delle elezioni amministrative, ha approvato il seguente documento:
“premesso
che fin dalla sua nascita Italiani di Trieste ha promosso la riunione dei diversi filoni in cui si trova divisa la destra triestina;
che in questo senso si è fatto promotore di incontri e manifestazioni che hanno trovato da parte di taluni apprezzamento e consenso, di altri invece ostilità aperta;
che nell’approssimarsi delle elezioni amministrative, con lo stesso auspicio, si è immaginata una strada che portasse l’ex sindaco Dipiazza a fare da elemento federatore delle diverse forze e movimenti del centrodestra locale;
che lo stesso Dipiazza si è però rivelato non all’altezza di questo compito, preferendo impostare una propria trattativa personale – da Arcore a casa Lega – che al momento certifica solo un vicesindaco leghista e una serie di promesse di incarichi ad personam, ignorando invece i fermenti e la capacità innovatrice di altri soggetti che auspicano un profondo rinnovamento e una rifondazione del centrodestra;
che la cd fucina della “trimurti” triestina del centro destra nulla ha prodotto se non la certificazione della confusione su temi strategici come quello del porto vecchio ove FI, Lega e FDI hanno tre punti di vista completamente differenti
rileva
l’impossibilità di procedere ad oggi sulla strada della unicità di programma e candidature del centrodestra triestino;
la necessità di proporre al corpo elettorale una visione di centrodestra altra e diversa rispetto allo schema, superato e non attrattivo, che ha portato all’attuale indicazione di Dipiazza candidato di partiti non più popolari ma autoreferenziali e attenti solo a chiudere piuttosto che aprire;
l’opportunità di indicare - di concerto tra tutte le espressioni dell’“altro centrodestra” - una candidatura di rango, che sappia coniugare esperienza amministrativa e capacità innovativa, sulla base di un programma condiviso e prima di tutto dotato di una visione strategica della città, del suo ruolo di capitale d’area e di risorsa nazionale ed europea”.