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Ricreatori, Uniti per Trieste: «Bagaglio storico da salvaguardare, investimenti nelle strutture»

Lo rileva in una nota Uniti per Trieste

Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima
 

I ricreatori triestini sono un'esclusiva cittadina che vive da oltre 100 anni. Il primo, il ricreatorio Padovan, fu fondato nel 1908 con lo scopo di intrattenere i giovani togliendoli dalle strade in orari extrascolastici proponendo loro attività sportive, culturali, educative e, in generale, di aggregazione. Ancora oggi conservano questo ruolo di arricchimento. È da oltre 100 anni che i ricreatori rappresentano a Trieste non solo un posto dove i ragazzi si divertono crescendo insieme con occupazioni sane, ma anche un luogo in cui i genitori ripongono fiducia.

Lo dimostra il fatto che gli stessi genitori - assieme a sindacati quali Unione sindacale di base, Cobas e Unione sindacale italiana - si stanno mobilitando contro il provvedimento promosso dall'assessore all'Educazione Antonella Grim secondo il quale i ragazzi minori di 11 anni da quest'estate non potranno più uscire dal ricreatorio senza la presenza di un genitore o di un maggiorenne delegato. Da settembre tale provvedimento verrà esteso ai nuovi iscritti tra gli 11 e i 18 anni.

La protesta e le perplessità dei genitori e di chi li sostiene nasce dal fatto che tale provvedimento va contro agli sforzi educativi e di responsabilizzazione volti all'autonomia dei giovani ma anche alle difficoltà che la famiglia incontrerebbe a causa dei vincoli imposti. Non è difficile immaginare che ciò porterebbe ad un calo delle frequenze. Calo che, per altro, è già in atto.

L'introduzione del sistema tariffario in base alle fasce ISEE partita nel 2014 ha portato alla diminuzione delle iscrizioni a causa dei rincari. Sembra che tra il 2013 e il 2015 il calo delle iscrizioni si aggiri intorno al 40%, dato decisamente preoccupante. Si aggiungano i disservizi come le strutture inadeguate, mai rinnovate a causa di un adeguato investimento di fondi dal parte del Comune. Altra piaga la mancanza di personale e la precarietà degli educatori che compromette la pianificazione adeguata delle attività annuali. Senza attività gestite da professionisti, i ricreatori rischiano di perdere qualsiasi aspetto pedagogico, aspetto per il quale sono nati. Prezzi più altri, mancanza di strutture adeguate e di personale e nuovo provvedimento stronca-autonomia dell'assessore all'Educazione non attirano certo un genitore a rinnovare la retta del ricreatorio.

Sembra che l'amministrazione si stia preoccupando di screditare i ricreatori triestini promuovendo la diminuzione di nuovi iscritti che porterebbe a inevitabili chiusure e limiti di orario.

Noi di Uniti per Trieste non ci stiamo… l ricreatori triestini sono un bagaglio storico-culturale che dobbiamo salvaguardare per non porre mai fine alla loro missione: crescere i nostri figli nel rispetto della collettività, nella socialità e nella salute. È doveroso garantire la loro apertura promuovendo investimenti e iniziative.

Noi proponiamo un tavolo rotondo con i genitori triestini e con gli educatori dei centri per trovare le giuste soluzioni e combattere i provvedimenti di un'amministrazione che sembra prendere decisioni senza conoscere la realtà dei fatti. Vanno fatti nuovi investimenti per le strutture, vanno garantiti i diritti di chi in questi centri lavora, di chi si prende cura dei nostri figli. Noi proponiamo, inoltre, la promozione del volontariato nei centri svolto da persone che hanno già professionalità in campo educativo e psicologico, nonché da persone che si stanno formano per diventare gli educatori del futuro. Infine, per evitare le chiusure siamo convinti che sia necessario promuovere tali centri, aggiornando i siti del comune che se ne occupano, divulgando le informazioni su iscrizioni e attività chiaramente a tutta la cittadinanza, non solo a chi li conosce perché già inseriti "nel giro".

Dottoressa Tania Cerni

Uniti per Trieste

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